
La presidente del Consiglio definisce il Pnrr uno strumento prezioso che, però, è nato in un periodo storico diverso dall’attuale
Il governo ha presentato un emendamento sui poteri della Corte dei Conti, in particolare sui controlli esercitati. Si tratta di due norme. La prima è una proroga fino al 30 giugno 2024 del cosiddetto scudo sulle norme per il danno erariale. La seconda cancella di fatto il controllo in itinere della Corte dei Conti su tutte le spese dei fondi del Pnrr.
A spegnere ogni polemica sul nascere è il ministro Raffaele Fitto «Abbiamo massimo rispetto nella Corte dei Conti, ma anche il governo chiede un analogo rispetto». Lo ha detto rispondendo durante la conferenza stampa dopo la cabina di regia.
Il Pnrr è stato contraddistinto, ultimamente, da polemiche e ritardi, un piano che, secondo quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni è «nato in un periodo storico diverso. Le modifiche sono un lavoro delicato, saranno formalizzate entro il 31 agosto alla Ue». Modifiche che, sempre secondo quanto dichiarato dalla Meloni, hanno l’obiettivo di «ottimizzare al meglio l’occasione che arriva dal Pnrr, compiendo scelte strategiche, chiare ed efficaci, velocizzando al massimo le procedure e garantendo che le risorse possano arrivare a terra».
La relazione finale, infatti, recita «La maggior parte delle amministrazioni ha registrato un livello di spesa inferiore alle previsioni che denota un ritardo nella fase di definizione e avvio delle misure che potrebbe incidere sulla effettiva realizzazione dell’intero Piano con particolare riferimento al pieno raggiungimento degli obiettivi finali».
Un Pnrr che si dibatte tra le certificazioni dei ritardi da parte della Corte dei Conti e una Commissione europea che, di fatto, ha bloccato la terza tranche da 19 miliardi. Eppure per la Meloni il Pnrr è «un’opportunità straordinaria per l’Italia» che però si è rivelato uno strumento creato «in un periodo storico diverso da quello attuale. La guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, e gli shock energetici, economici e sociali che ne sono seguiti, hanno fatto emergere nuove priorità di cui è necessario tener conto e la conseguente necessità di aggiornare il Piano».
Da qui la necessità di modifiche che saranno formalizzate entro la scadenza del 31 agosto «con la contestuale integrazione del capitolo REPowerEU. Si tratta di un lavoro estremamente delicato che il Governo sta portando avanti con la massima attenzione e con grande responsabilità». L’intenzione sarebbe quella di creare «un’unica Autorità politica responsabile per l’attuazione del Pnrr e delle Politiche di Coesione. Una decisione la cui bontà è stata confermata dalla recente raccomandazione della Commissione Ue per l’Italia nell’ambito del semestre europeo e che nasce dall’esigenza di assicurare una maggiore sinergia tra le diverse fonti di finanziamento, sia per garantire che le risorse vengano effettivamente spese sia per privilegiare misure di qualità e in grado di avere effetti sul Pil».
FOTO: SHUTTERSTOCK