Dati macro asiatici negativi, ansie sull’iter per la votazione del tetto del debito e segnali contrastanti dalla Fed
L’avvio di Wall Street è negativo nelle prime battute, una negatività che si avvertiva già dai futures e che si intravedeva anche sul Vecchio Continente. In Europa, infatti, il Ftse Mib perdeva oltre l’1%, il Cac 40 di Parigi non era molto distante con un -0,95% mentre Dax e Ftse 100 perdevano rispettivamente lo 0,77% e lo 0,27%.
Tornando negli USA, nonostante sia stato trovato l’accordo sul tetto del debito, restano ancora alte le tensioni visti i tanti malumori che hanno sollevato i termini di intesa. Non solo, ma ad aumentare i timori ci sono anche i dati macro cinesi non proprio incoraggianti. Dati che hanno fatto pensare ad un progressivo rallentamento dello slancio economico post pandemia causando, poi, anche il crollo dei mercati asiatici.
L’apertura ha visto un S&P 500 scendere dello 0,46%, un risultato non molto dissimile dallo 0,52% in territorio negativo del Dow e dal -0,3% del Nasdaq. Il rendimento del Treasury decennale è sceso al 3,64% mentre quello a due anni si attesta al 4,4%.
Sotto la lente d’ingrandimento degli analisti anche i commenti da falco dei funzionari della Federal Reserve. In particolare il presidente della Federal Reserve di Richmond, Thomas Barkin ha detto di essere alla ricerca di segnali e conferme per poter essere certo che l’inflazione sia in fase calante. Nel frattempo, il numero uno della Federal Reserve di Cleveland Loretta Mester, ha dichiarato di non vedere alcun “motivo convincente” per sospendere il percorso degli aumenti dei tassi di interesse. Guardando al mercato USA, l’attesa è per la pubblicazione, questa sera, del Beige Book mentre tra i singoli titoli è da tenere d’occhio il titolo HP Inc. dopo la pubblicazione di trimestrali he vedono numeri incoraggianti ma, purtroppo, vendite in calo più delle previsioni.
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