In Italia il Pmi manifatturiero cala a 45,9 punti a maggio. In Germania a maggio il Pmi manifatturiero sprofonda a 43,2
Frena la manifattura in Eurozona, registrando a maggio la più forte contrazione in tre anni. L’indice Pmi Manifatturiero, redatto da S&P Global, è diminuito da 45,8 di aprile e ha raggiunto a maggio 44,8 punti, rispetto alla lettura preliminare di 44,6 punti precedentemente diffusa. Il dato si trova ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione (valori al di sotto) ed espansione (valori al di sopra).
Guardando alle singole economie in Italia il crollo del PMI a 45,9 punti dai 46,8 di aprile indica, inoltre, la contrazione maggiore in tre anni. Il dato è sostanzialmente in linea con le attese degli analisti (45,8 punti).
La lettura finale di maggio dell’indice PMI sul Settore Manifatturiero della Germania si attesta a 43,2 punti, lievemente al di sopra della rilevazione preliminare pari a 42,9 punti. Ad aprile l’indicatore era pari a 44,5 punti.
«La debolezza della domanda del settore manifatturiero, che è diventata sempre più evidente da inizio anno con il calo dei PMI, ha adesso indotto le imprese campione a ridurre la loro produzione per il secondo mese consecutivo – ha detto Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank. – Nel mercato del lavoro, la contrazione non ha ancora preso piede. A conti fatti, malgrado la difficile situazione degli ordini, le aziende intervistate stanno ancora assumendo altri dipendenti e sono restie a tagliare personale per la paura di non essere poi in grado di colmare nuovamente le posizioni quando la situazione migliorerà. Ciò evidenzia una sorta di ottimismo poiché, dopotutto, la maggior parte delle aziende intervistate prevede di produrre di più durante i prossimi dodici mesi di quanto producono adesso».
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