
L’incontro avverrà a pochi giorni dalla telefonata intercorsa tra Meloni e il presidente della Repubblica tunisina Saied, con cui ha anche discusso delle relazioni bilaterali anche nel settore energetico e degli investimenti
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si recherà domani, 6 giugno, in visita ufficiale in Tunisia per incontri istituzionali, per ribadire il sostegno che l’Italia continua ad assicurare al Paese nordafricano nei negoziati con il Fondo monetario internazionale e nella gestione dei flussi migratori. L’incontro avverrà a pochi giorni dalla telefonata intercorsa tra Meloni e il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, con cui ha anche discusso delle relazioni bilaterali anche nel settore energetico e degli investimenti.
La missione di Meloni sugella l’impegno per risollevare l’economia tunisina portato avanti dal governo nei consessi internazionali. A fine maggio, in occasione dei lavori del G7 a Hiroshima, in Giappone, ha discusso della questione migratoria e della situazione in Tunisia con la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva e con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Da Hiroshima Meloni aveva detto: “L’approccio deve essere pragmatico, perchè altrimenti noi rischiamo di peggiorare situazioni che sono già compromesse. La Tunisia è in una situazione difficilissima, una fragilità politica evidente e un rischio di default finanziario dietro l’angolo. Abbiamo una trattativa fra l’Fmi e la Tunisia di fatto bloccata. C’e’ una certa rigidità dell’Fmi di fronte al fatto che non si sono ottenute dal presidente Saied tutte le garanzie che sarebbero necessarie. E’ comprensibile da un lato, dall’altro siamo sicuri che questa rigidità sia la strada migliore? Se questo Governo va a casa noi abbiamo presente quali possano essere le alternative?”.
Il primo giugno, a Chisinau, il tema dei migranti e della Tunisia è stato discusso da Meloni con il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte. Il capo dell’esecutivo olandese ha dichiarato: “E’ molto importante per i Paesi Bassi perchè parte dell’elevato afflusso di richiedenti asilo è dovuto al fatto che così tante persone provenienti dalla Tunisia effettuano una traversata terribilmente pericolosa”.
Il Paese nordafricano sta negoziando un accordo di prestito con l’Fmi del valore di 1,9 miliardi di dollari. Per ammissione della direttrice generale delle risorse e dei saldi presso il ministero delle Finanze, Ibtisam Ben Aljia, la Tunisia dovrebbe mobilitare da prestiti esterni entro fine anno ben 5 miliardi di dinari (1,47 miliardi di euro).
Ma senza l’intervento dell’Fmi, i creditori potrebbero tirarsi indietro. Tuttavia, il presidente Saied si oppone alle richieste dell’istituzione finanziaria internazionale, in particolare per quanto riguarda la riforma dei sussidi di cui usufruiscono ampie fasce della popolazione, il blocco dei salari e delle pensioni, la vendita o dimissione delle aziende pubbliche che gravano enormemente sul bilancio pubblico.
La gestione dei flussi migratori riveste una primaria importanza per l’Italia. I nuovi dati del Viminale visti da Agenzia Nova evidenziano un rallentamento degli arrivi dei migranti in Italia via mare a maggio e il controsorpasso della Libia sulla Tunisia come primo Paese di partenza dei natanti. Nell’arco dei primi cinque mesi del 2023, la prima nazione di partenza dei natanti risulta essere la Tunisia, mentre la Libia ha accelerato solo nelle ultime quattro settimane, dopo essere finita in cima alla classifica degli sbarchi in Italia nel 2022.
Se si prendono in considerazione i primi cinque mesi del 2023, almeno 50.405 persone sono arrivate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno al primo giugno, in aumento del +155,97 per cento rispetto ai 19.692 arrivi dello stesso periodo del 2022: una media di ben 334 migranti sbarcati al giorno.
Infatti, almeno 25.937 persone sono arrivate sulle coste italiane dalle spiagge tunisine fino al primo giugno, circa 172 sbarcati al giorno, un incremento del 580 per cento rispetto ai 3.818 arrivi dello stesso periodo dello scorso anno: siamo ben oltre la meta’ dei 32.101 sbarchi complessivi dalla rotta tunisina dell’intero 2022. Nel mese di maggio sono arrivate almeno 1.554 persone dalla Tunisia e 5.825 dalla Libia.
Secondo i dati più aggiornati del cruscotto statistico pubblicato nel sito web del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale, i migranti subsahariani hanno ampiamente soppiantato i nordafricani nei primi mesi del 2023. Al primo posto degli sbarchi in Italia al primo giugno 2023 c’è infatti la Costa d’Avorio con 7.380 arrivi. Segue poi un altro Paese dell’Africa occidentale, la Guinea, con 5.996 arrivi. I cittadini dell’Egitto risultano oggi al terzo posto degli sbarchi irregolari in Italia, con 5.478 arrivi via mare.
Da segnalare poi l’arrivo di 4.632 arrivi di persone dal Pakistan e 4.628 cittadini del Bangladesh che hanno molto probabilmente percorso la rotta libica per sbarcare in Italia. I numeri dei tunisini arrivati finora in Italia e’ aumentato nell’arco di un anno, con 3.431 sbarchi registrati al primo giugno. Ma attenzione a non fare confusione: dalla Tunisia partono soprattutto subsahariani, poco più di uno su dieci è di nazionalità tunisina.
L’Italia è oggi il primo partner commerciale del Paese nordafricano, ed è presente con oltre 900 aziende che danno lavoro a circa 70 mila persone. Secondo i dati dell’Osservatorio economico della Farnesina, l’Italia è stata il primo fornitore della Tunisia, con una quota di mercato del 18,5 per cento nel periodo gennaio-maggio 2022 e il secondo mercato di destinazione dell’export della Tunisia, con una quota del 18,6 per cento nello stesso periodo di riferimento.
Dal 2024, peraltro, la compagnia Terna costruirà Elmed, un cavo sottomarino elettrico da 240 chilometri che unirà per la prima volta i due Paesi, e i due continenti.
Infine, si segnala che il primo giugno, il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e la Banca mondiale hanno siglato l’accordo dal valore di un milione di euro in sostegno alle attività del fondo fiduciario “Tunisia Economic Resilience and Inclusion” (Teri), realizzato dalla Banca mondiale per sostenere il programma di riforme e rafforzare la capacità della Tunisia nel rispondere alle attuali sfide economiche e sociali.
(foto IMAGOECOMICA)