Nelle quattro settimane fino al 4 giugno, la media delle esportazioni di greggio russo via mare su quattro settimane è salita a 3,73 milioni di barili al giorno
I dati sulle esportazioni di greggio russo nelle ultime settimane non hanno rispecchiato alcun taglio e gli alleati dell’Opec+ sono sempre più nervosi per le mancate promesse di tagli pari a 500mila barili al giorno. Lo scrive Bloomberg.
Nelle quattro settimane fino al 4 giugno, la media delle esportazioni di greggio russo via mare su quattro settimane è salita a 3,73 milioni di barili al giorno (bpd), rispetto ai 3,68 milioni di barili rivisti nelle quattro settimane fino al 28 maggio, secondo i dati di tracciamento delle petroliere monitorati da Bloomberg.
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Le spedizioni di greggio russo sono superiori di 1,4 milioni di barili al giorno rispetto al livello dalla fine del 2022, più di quanto si possa spiegare con l’arresto delle importazioni di greggio russo da parte di Germania e Polonia tramite oleodotto o con una minore produttività della raffineria, osserva Julian Lee di Bloomberg.
La Russia aveva appunto dichiarato che avrebbe ridotto la sua produzione di Petrolio di 500.000 barili al giorno a partire da marzo. I tagli di 500.000 barili al giorno si dovrebbero ora estendere fino alla fine del 2023 e, dopo la riunione di domenica dell’Opec+, fino alla fine del 2024. Tuttavia, i dati sulle esportazioni di greggio russo nelle ultime settimane non hanno evidenziato alcun taglio, anzi, le esportazioni di greggio russo via mare sono aumentate.
Le esportazioni di greggio via mare della Russia verso i Paesi europei sono salite a 83.000 barili al giorno nei 28 giorni fino al 4 giugno, con la Bulgaria come unica destinazione. Queste cifre non includono le spedizioni in Turchia. Un mercato che consumava circa 1,5 milioni di barili al giorno di greggio via mare a corto raggio, proveniente dai terminal export del Baltico, del Mar Nero e dell’Artico – ricorda Bloomberg – è andato quasi completamente perso, per essere sostituito da destinazioni a lungo raggio in Asia molto più costose e richiede tempo per servire.
Nessun greggio russo è stato spedito ai paesi del nord Europa nelle quattro settimane fino al 4 giugno. Mentre le esportazioni verso la Turchia, unico cliente mediterraneo rimasto della Russia, sono scese a 230.000 barili al giorno nelle quattro settimane fino al 4 giugno, quando invece i flussi verso il paese avevano superato i 425.000 barili al giorno in ottobre.
Sembra che l’Arabia Saudita “sia stufa della mancanza di chiarezza sugli effettivi livelli di produzione della Russia e sulla maggiore offerta ai mercati asiatici, il che sta ostacolando i tentativi sauditi di aumentare i prezzi del Petrolio”, scrive il sito specializzato Oilprice.com. La Russia ha smesso di segnalare i livelli di produzione di Petrolio e il mercato e gli analisti devono fare affidamento su dati di tracciamento delle navi, fonti commerciali e statistiche sulle importazioni in Cina e India sulla quantità di fornitura russa, conclude Oilprice.
(foto SHUTTERSTOCK)