
Se le mosse sui tassi sono quasi scontate, non si può dire lo stesso per le indicazioni future che potrebbero emergere
Si prospetta una settimana densa di avvenimenti importanti per i mercati, a partire dalle riunioni di mercoledì della Fed e di giovedì della Bce. La prima dovrebbe lasciare i tassi invariati e la seconda rialzarli di 25 punti base.
Se le mosse sui tassi sono quasi scontate, non si può dire lo stesso per le indicazioni future che potrebbero emergere. A tale proposito sarà infatti importante seguire le dichiarazioni di Jay Powell e Christine Lagarde nelle rispettive conferenze stampe.
Per quanto riguarda la Fed, il mercato swap prezza con una probabilità del 76% circa, uno “stop&go”, cioè uno stop a giugno e un possibile rialzo nella successiva riunione di luglio. Tuttavia verosimilmente Powell si limiterà a ribadire l’approccio “data dependent”.
Per quanto riguarda la Bce il mercato prezza, oltre al rialzo dello 0,25% di giugno un altro rialzo da 25 punti base anche nella successiva riunione di luglio, seguito da una pausa fino a fine anno. Sarà quindi importante capire se Lagarde confermerà o meno questo percorso anche alla luce delle nuove stime di crescita ed inflazione.
Oltre alle riunioni di Fed e Bce, in calendario ci sono giovedi’ quella della banca centrale cinese, che alla luce dei recenti dati macro deludenti (inflazione e Pmi) potrebbe ridurre il tasso di riferimento, anche se la previsione per adesso è orientato al mantenimento dei tassi fermi.
Seguirà venerdì la riunione della BoJ, che dovrebbe lasciare i tassi invariati. In calendario anche i discorsi dei due banchieri Bce: Villeroy (giovedì e venerdì) e Holzmann (venerdì) che potrebbero fornire maggiori chiarimenti sulla riunione.
Sul fronte macro, il dato principale da monitorare in settimana è martedì quello sull’inflazione statunitense, attesa in rallentamento sia nella componente principale sia in quella base, a cui seguiranno mercoledì i prezzi alla produzione.
Sempre negli Usa avremo giovedì le vendite al dettaglio, attese in rallentamento, e venerdì il dato preliminare di giugno sulla fiducia dell’Università del Michigan, con particolare focus sulle aspettative di inflazione. Difficile prevedere cosa faranno i mercati la prossima settimana.
(foto SHUTTERSTOCK)