
Non solo senza tetto ma anche chi, con un lavoro, non riesce ad arrivare a fine mese
Si chiama inflazione alimentare ed è ai livelli più alti da circa 40 anni. In sintesi è l’aumento dei prezzi dovuto all’impatto della lavorazione e dei trasporti, ovvero del caro energia. Secondo una stima di Coldiretti sono oltre 3 milioni le persone che, a causa dell’impossibilità di mangiare, devono ricorrere alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari.
Si stima che da questi canali arrivino, in 1 anno, circa 92 mila tonnellate di cibo. Il numero di chi chiede aiuto, negli ultimi 3 anni, è aumentato di circa 1 milione di persone, molto più a Sud della Penisola (64%. che a Nord (22%) per la maggior parte attraverso pacchi alimentari, forma di aiuto più discreta rispetto alla classica mensa dei poveri. Tra chi ha chiesto aiuto, 90 mila sono senza dimora e 34 mila disabili. Ma si tratta di una platea sempre più ampia e variegata e soprattutto socialmente trasversale. Infatti, tra i cosiddetti nuovi poveri, c’è chi ha perso un lavoro oppure, come i piccoli commercianti, lo ha perso e ha dovuto chiudere, o ancora chi lavora ma non riesce, tra spese e tasse, ad arrivare a fine mese.
A mettere nero su bianco è Coldiretti che analizza i dati Fead presentati nello studio Poveri, il lato nascosto dell’Italia ed è direttamente Coldiretti a commentare una situazione che rischia di diventare drammatica per 3,1 milioni di persone.
«L’Italia si prepara a vivere l’estate a tavola più cara da decenni con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630 mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni».
FOTO: ANSA/CESARE ABBATE/