
Tra i provvedimenti persi dai radar va infine aggiunto il decreto tlc, apparso per ora solo in una bozza
Il disegno di legge annuale per la concorrenza non è ancora arrivato in Parlamento, nonostante siano già passati due mesi dalla sua approvazione in Consiglio. Così come è rimasto in sospeso l’iter del ddl made in Italy, uscito da palazzo Chigi due settimane fa ma che non risulta ancora tra i provvedimenti incardinati alle Camere.
I due disegni di legge, secondo quanto apprende l’Ansa sarebbero comunque in dirittura d’arrivo. Sul concorrenza la bollinatura dovrebbe essere arrivata solo una decina di giorni fa e il provvedimento si troverebbe ora al Quirinale; mentre il made in Italy sarebbe al Mef in attesa del via libera.
Ma sui tempi dell’approdo in Parlamento potrebbe incidere a questo punto anche l’ingorgo che si sta creando nell’esame dei provvedimenti: tra Montecitorio e Palazzo Madama ci sono 6 decreti da convertire (lavoro, enti pubblici, maltempo, pubblica amministrazione e rigassificatore), ai quali a breve sono destinati ad aggiungersi anche il dl sulle infrazioni europee e quello bis sulla Pa.
Le norme sulla concorrenza hanno ricevuto il disco verde del Consiglio dei ministri il 20 aprile: un cdm che ha peraltro approvato il ddl, su proposta del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, con procedura d’urgenza, dopo che il provvedimento era stato già esaminato in due precedenti riunioni, concluse però con una fumata nera. Il disegno di legge, strutturato in 11 articoli, mette mano al settore degli ambulanti (con gare libere ma con un prolungamento fino a 12 anni delle attuali concessioni), semplifica le vendite promozionali e rafforza i poteri dell’Antitrust.
Si tratta di un provvedimento cruciale, perché è uno degli obiettivi del Pnrr, per il quale si richiede di completare l’esame in Parlamento e varare i decreti attuativi entro fine 2023.
E’ targato Mimit anche il ddl Made in Italy, varato nel cdm del 31 maggio. Il disegno di legge quadro conta 50 articoli e prevede la nascita di un fondo sovrano con una dotazione iniziale di un miliardo per promuovere le filiere strategiche e misure settoriali a sostegno delle principali filiere, ma anche l’istituzione del nuovo liceo del Made in Italy, di una giornata nazionale e altre iniziative per promuovere le produzioni di eccellenza e le radici culturali nazionali.
Tra i provvedimenti persi dai radar va infine aggiunto il decreto tlc, apparso per ora solo in una bozza – con misure per complessivi 1,5 miliardi dall’innalzamento dei limiti elettromagnetici al rinnovo del bonus tv – che però non ha ancora avuto alcun seguito.
(foto SHUTTERSTOCK)