
3M è finita sotto accusa per l’utilizzo di Pfas
Svolta negli Usa. Il colosso chimico e manifatturiero 3M ha raggiunto un accordo da 10,3 miliardi di dollari per le accuse di aver contaminato l’acqua potabile con i cosiddetti prodotti “chimici per sempre” (Pfas) utilizzati in tutto, dalla schiuma antincendio ai rivestimenti antiaderenti.
In base all’accordo 3M pagherà la somma in 13 anni a tutte le città, contee e villaggi per testare e ripulire le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche nelle forniture idriche pubbliche.
La società sta affrontando circa 4.000 azioni legali da parte di Stati e ed enti locali per la contaminazione da Pfas e non ha ammesso alcuna responsabilità. Ha affermato che l’accordo riguarda la bonifica per i fornitori di acqua che hanno rilevato le sostanze chimiche in questione “a qualsiasi livello o potrebbero farlo in futuro“.
«L’accordo è stato un importante passo avanti nell’ambito della decisione dell’azienda, maturata nel 2020, di eliminare gradualmente il Pfoa (acido perfluooroottanoico) e il Pfoa (perfluoroottansolfonico), sostanze perfluoroalchiliche, e di investire sulla tecnologia di filtrazione dell’acqua nelle nostre operazioni chimiche produttive», ha spiegato il presidente dell’azienda chimica Mike Roman.
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