
Lunghe code alle stazioni delle principali città italiane, complice il boom del turismo. La categoria si difende
Da Nord a Sud è emergenza taxi, una situazione esplosa in tutta la sua criticità con il boom di turisti da Pasqua ad oggi nelle principali città italiane. “Incontreremo tutte le sigle dei taxi, perché non ci possiamo permettere che un turista debba fare decine e decine di metri di coda negli aeroporti e nelle stazioni: questo è il nostro biglietto da visita”, ha detto la ministra del Turismo, Daniela Santanchè.
E intanto i Comuni cercano di correre ai ripari, spiega l’Ansa. A Milano la riapertura del bando per le collaborazioni familiari a 16 ore, cioè le doppie guide, che si chiuderà tra circa una settimana, e la revisione dei turni di servizio con l’obiettivo di una distribuzione equa dell’offerta, anche nelle fasce più critiche, in particolare quelle serali e notturne, sono le due azioni messe in campo da Palazzo Marino per far fronte alle criticità del servizio taxi. Al momento ci sono 5.404 taxi nel bacino aeroportuale di Milano di cui 4.855 in città.
A Roma parte oggi la piattaforma telematica che permetterà ai titolari della licenza di far guidare il proprio taxi ad un altro conducente. Nella capitale operano 8.000 auto bianche.
Mentre a Napoli il sindaco Gaetano Manfredi ha annunciato per mercoledì la riunione di un comitato che valuterà la possibilità della doppia guida per aumentare il numero di ore in servizio delle auto. Il sindaco esclude per il momento la concessione di nuove licenze. “Al momento non è una ipotesi sul tavolo”, ha detto. Nel capoluogo partenopeo sono attivi 2.400 taxi. Per i sindacati di categoria però il problema non è la mancanza di taxi, che sono un servizio “integrativo” a quello pubblico, ma la mancanza di un piano di mobilità.
“Noi, come tassisti, ci siamo per venire incontro alle esigenze dell’utenza, ma c’è bisogno di un piano mobilità nelle principali città”, afferma il presidente nazionale Uritaxi Claudio Giudici, replicando alle dichiarazioni di Santanchè. “Bus e metro devono ampliare la propria copertura di servizio, non si può pensare che sia il sistema taxi, che è l’anello ultimo e integrativo al trasporto pubblico, la soluzione a questo fortunato rimbalzo ‘isterico’ del flusso turistico”, spiega Giudici.
“I taxi possono sopperire a momenti di crisi ma il problema vero è che c’è una situazione strutturale a Roma e in altre città che ha determinato lo scaricare la mobilità su un servizio privato che è integrativo al servizio pubblico ma che non può sostituirlo”, incalza il segretario nazionale di Unica Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe, sottolineando che nemmeno la doppia guida e l’aumento degli orari di lavoro può risolvere il problema.
“La doppia guida, con l’aumento dell’orario di lavoro, può rispondere al momento in alcune situazione, quindi se è una risposta ad un evento ha un senso, se diventa sistema stiamo parlando di altro”, spiega. “Qui si sta scaricando sul servizio privato quello che il servizio pubblico dovrebbe fare”, rincara la dose Di Giacobbe, esprimendo dubbi sul successo della piattaforma telematica.
“E’ una sperimentazione”, dice. “Ma quanti sono i tassisti disposti a mettere una macchina a disposizione di un altro autista con i costi che ne derivano, con i problemi che vanno dall’assicurazione a quelli economici”, fa presente l’esponente sindacale. “Se una macchina ha due autisti avrà un doppio guadagno quindi avrà doppie tasse da pagare e chi le dovrebbe pagare?”, chiede. “A Roma abbiamo 8.000 taxi, 1.000 noleggi e 4.000 abusivi. A Roma c’è bisogno di ristabilire delle regole, una volta ristabilite le regole è chiaro che ci sarà bisogno di aumentare il numero dei taxi e dei noleggi ma questo va fatto pianificando”, conclude Di Giacobbe.
(foto ANSA)