
Il presidente russo ha parlato al pubblico e alla stampa per la prima volta dopo l’insubordinazione di sabato
Il presidente russo Vladimir Putin, nella sua prima uscita pubblica dopo l’ammutinamento, sabato scorso, del gruppo Wagner, ha ammesso che il Paese è stato sull’orlo della “guerra civile” e, parlando all’esercito, l’ha ringraziato per aver agito “in maniera chiara e coerente” durante le convulse ore di sabato. Il leader russo ha nuovamente insistito sul fatto che la società è unita (“La gente e l’esercito non erano dalla parte degli ammutinati”) e ha negato che fosse necessario ritirare i soldati schierati in Ucraina dal campo.
Putin – che parlava all’esterno del Cremlino, di fronte ai vertici dei servizi segreti e anche al ministro della Difesa, Sergei Shoigu- ha anche riconosciuto la morte di diversi piloti dell’esercito regolare durante l’ammutinamento (senza però dire quanti), chiedendo un minuto di silenzio per loro. Non ci sono informazioni ufficiali su quanti piloti siano morti, ma secondo alcuni blogger filo-russi ne sono periti almeno 13.
«Tra maggio 2022 e maggio 2023 lo Stato ha versato 86,262 miliardi di rubli (circa 922 milioni di euro) per i pagamenti del gruppo Wagner» ha dichiarato Putin nel corso di una riunione con dei responsabili militari trasmessa dalla televisione russa.
LEGGI ANCHE Mosca: archiviato il procedimento per ribellione armata
(foto ANSA)