
Signorini (IVASS): “siti fake dilagano, in atto nuove misure contro il fenomeno”
«La vicenda Eurovita è del tutto nuova per l’Italia e ha richiesto un coordinamento serrato e lungo ma ora contiamo che le parti interessate, raggiunto l’accordo, procedano speditamente con la sua attuazione, in modo da normalizzare la gestione dei rapporti assicurativi nel tempo più breve possibile e rispondere alle attese degli assicurati». A parlare così è il presidente dell’IVASS Luigi Federico Signorini all’assemblea dell‘Ania.
«Le misure che l’Istituto ha adottato hanno facilitato l’individuazione di una soluzione di mercato, proteggendo gli assicurati e mantenendo la stabilità del sistema – ha spiegato. – Gli organi della procedura hanno svolto il proprio compito con professionalità e spirito di iniziativa. Le banche distributrici hanno preso atto con realismo della complessa situazione e hanno operato di conseguenza, accettando qualche non irrilevante sacrificio».
Ora secondo Signorini sono due le questioni da affrontare: rivedere il complesso delle norme che regolano la materia delle polizze a rendimento garantito riscattabili a valori predeterminati; considerare l’introduzione di un fondo di garanzia. «Entrambe le materie richiedono una riflessione approfondita, che tenga nella dovuta considerazione l’esperienza di altri paesi europei. Occorre un sistema che sia sostenibile e stabilisca incentivi corretti, contemperando rischi di stabilità, moral hazard e costi sociali complessivi», ha aggiunto.
Un problema da non sottovalure è la diffusione dilagante di siti internet fake che propongono polizze false alla clientela. L’associazione ne ha fatti chiudere 139 lo scorso anno e quest’anno sono state 300 le segnalazioni. L’Ivass ha deciso di fare altro per contrastare meglio il fenomeno. «Abbiamo deciso di creare anche una white list (cioè una lista di siti e indirizzi social regolarmente autorizzati a promuovere prodotti assicurativi), che sarà presto a disposizione dei consumatori, e soprattutto potrà essere utilizzata per una consultazione massiva da parte di operatori specializzati come quelli che gestiscono i browser. Abbiamo intanto fatto i primi passi presso alcuni di essi per indurli a un comportamento meno incauto e rammentare i potenziali profili penali collegati alla diffusione di offerte abusive. Attendiamo concrete risposte», ha concluso il presidente.
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