
Urso: “in ddl Made in Italy fondo da un miliardo”
«C’è un rischio elevato di approvvigionamento delle materie prime critiche, cioè quelle non energetiche e non agricole sia per l’Europa che per il nostro Paese, per questo in Italia andrebbero riaperte le miniere visto che nel nostro sottosuolo si trovano ben 16 su 34 delle materie prime critiche indicate dall’Ue». A dirlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che ha illustrato il dossier nel corso di una audizione in Commissione Industria del Senato.
Purtroppo l’Europa sulle materie prime critiche dipende quasi esclusivamente dalle importazioni, ad esempio, ne acquista il 97% dalla Cina. Bisogna quindi riaprire le miniere per aumentare l’indipendenza da altri Paesi, anche perché “il fabbisogno è destinato ad aumentare in modo esponenziale visto che queste materie prime sono coinvolte nello sviluppo e diffusione delle tecnologie necessarie per gli obiettivi di decarbonizzazione“.
«Nel disegno di legge del Made in Italy, che attende solo l’approvazione in Parlamento, abbiamo istituito un fondo con dotazione iniziale di 1 miliardi di euro, con disponibilità anche di finanziamenti privati, dedicato proprio alle materie prime strategiche. La Francia ne ha giá uno da due miliardi di euro, tra finanziamenti pubblici e privati, la Germania sta per istituirlo. I tre fondi, in prospettiva, potranno anche decidere di finanziare insieme iniziative comuni in campo minerario», conclude il ministro.
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