
Gli ultimi, deludenti, dati cinesi, la guerra ancora in corso tra Russia e Ucraina e le economie a singhiozzo preoccupano i grandi della terra
Non è un quadro promettente quello che discutono i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali dei Paesi del G20 riuniti a Gandhinagar, in India: lo slancio post-pandemia della Cina si è arrestato, l’economia globale procede a singhiozzo, i rischi scatenati dalla guerra restano alti e continuano ad offuscare le prospettive nel medio termine.
La prima giornata di lavori, dedicata proprio alla crescita, non può fare altro che prendere atto delle difficoltà che l’economia globale sta nuovamente attraversando dopo la crisi del Covid. Ma se per gli Usa e suoi alleati è tutta colpa della guerra russo-ucraina, che vorrebbero finita il prima possibile, Mosca e Pechino puntano a riorientare l’ordine mondiale in loro favore, sotto gli occhi dell’India che fatica a prendere una posizione. A rischio, in questo nuovo scenario disegnato dal conflitto, c’è la tenuta del commercio globale.
L’allarma lo lancia la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che non è in India – al suo posto c’è Fabio Panetta – e non a caso ha presieduto la riunione dei Paesi dell’Europa orientale e Sud orientale, tra cui c’è l’Ucraina.
L’attacco della Russia, ha spiegato Lagarde, “ha scatenato un massiccio shock all’economia globale” anche facendo schizzare l’inflazione, e ora le tensioni “rischiano di accelerare il secondo cambiamento del panorama: indebolire il commercio globale”, un fattore che rende l’Europa “vulnerabile”.
I rischi di una revisione al ribasso delle prospettive di crescita restano molto alti, secondo il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, perché l’incertezza continua a pesare. Del resto la guerra è entrata nel suo 17mo mese e non si vede una via d’uscita.
Finora le Banche centrali hanno combattuto lo shock sui prezzi con l’arma dei tassi, senza deprimere troppo le economie, tanto che gli Usa non si aspettano una recessione, sottolinea la segretaria al tesoro Janet Yellen, e l’Eurozona sta attraversando una recessione tecnica molto contenuta.
Ma dalla Cina arrivano cattive notizie che contagiano anche le Borse: nel secondo trimestre la seconda economia mondiale è cresciuta solo dello 0,8%, un calo rispetto al 2,2% dei tre mesi precedenti. La ripresa post-pandemia del Dragone si è esaurita, secondo gli analisti, visti gli ultimi dati economici che continuano a peggiorare, come le esportazioni di giugno scese dell’8% rispetto a un anno prima. Inoltre, l’economia dovrà vedersela con i nuovi rialzi dei tassi perché sia la Fed che la Bce non hanno ancora finito.
E il ministro Giancarlo Giorgetti, proprio al tavolo del G20, chiede prudenza. «Sulle politiche monetarie riteniamo si debba procedere con un approccio bilanciato e prudente di fronte a una crescita dell’economia globale che registra una tendenza al ribasso, conseguenza del conflitto in Ucraina e degli effetti del persistere dell’inflazione», ha detto Giorgetti nella prima sessione dedicata alla crescita.
Giorgetti ha sottolineato l’importanza di interventi mirati per «proteggere le fasce più vulnerabili e promuovere gli investimenti per aumentare il potenziale delle nostre economie contro il rischio di recessione».
La riunione è stata anche l’occasione per alcuni bilaterali. Con il suo omologo di Singapore Giorgetti ha approfondito la tassazione internazionale, mentre con il capo della Banca mondiale ha condiviso l’interesse a rafforzare la collaborazione per lo sviluppo dei progetti legati alle fonti rinnovabili nell’Africa. In particolare, ha plaudito al progetto Elmed, per collegare la rete elettrica di Tunisia e Italia, e ha ribadito che l’Italia punta a diventare l’hub energetico dell’Europa. Anche con la n.1 del Fmi Georgieva si è confrontato sul programma di riforme per la Tunisia.
(foto ANSA)