
Il calo della manifattura europea frena i listini del Vecchio Continente che vedono nella frenata della locomotiva tedesca il segnale di una possibile recessione più estesa
Le Borse europee chiudono contrastate in attesa delle decisioni sui tassi della Fed (mercoledì) e della Bce (giovedì). Gli occhi sono puntati anche su una serie di importanti trimestrali in Europa e negli Usa.
A Londra l’Ftse 100 termina in rialzo dello 0,21% a 7.679,63 punti, a Parigi il Cac 40 cede lo 0,07% a 7.427,31 punti, a Francoforte il Dax e’ piatto (+0,08%) a 16.190,25 punti e a Madrid l’Ibex 35 scende dello 0,30% a 9.542,53 punti, condizionato anche dall’incertezze delle elezioni. A Milano l’Ftse Mib segna +0,19%.
Il calo della manifattura europea frena i listini del Vecchio Continente che, pur migliorando sul finale di seduta, vedono nella frenata della locomotiva tedesca il segnale di una possibile recessione più estesa. La delusione per gli indici Pmi, in realtà, potrebbe indurre la Bce ad allentare la sua stretta monetaria, anche se i mercati danno già per scontati ulteriori incrementi dei tassi da 25 punti, nella speranza che il ciclo rialzista stia per terminare (come dimostra il rally del Dj a Wall Street). A peggiorare il clima c’è poi l’esito delle elezioni spagnole, che apre scenari incerti sul futuro governo di Madrid.
In questo clima, a salvare il Ftse Mib a Milano è il settore auto, con l’indice che chiude poco sopra la parità (+0,2%) al netto dell’effetto legato allo stacco cedole, tra gli altri di Enel e Pirelli (che pesa per circa lo 0,38%). Questo però non impedisce al produttore di pneumatici di piazzarsi tra i titoli in testa a Piazza Affari con un guadagno dell’1,7% (al netto del dividendo) approfittando delle indicazioni positive arrivate da Michelin e Nokian. Sul podio anche Hera (+1,9%) e Stellantis (+1,6%) che ha siglato l’accordo con Samsung per la costruzione di una nuova gigafactory negli Usa per la produzione di batterie. +1,7% per Saipem. In fondo realizzi su Recordati (-0,6%) dopo la corsa di venerdì scorso legata all’accordo con Gsk. Deboli anche Inwit (-0,6%) e Banca Generali (-0,5%).
Sul mercato dei cambi, l’euro scivola sotto quota 1,11 dollari per la prima volta da due settimane e passa di mano a 1,1077 dollari (da 1,1122 venerdì in chiusura). La moneta unica vale anche 156,49 yen (da 157,51), mentre il rapporto dollaro/yen è a 141,27 (da 141,65). Sul fronte dell’energia, in rialzo il gas a 30,5 euro al MWh (+8%) così come il petrolio: il contratto consegna settembre sul Brent sale dell’1,7% a 82,4 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti a 78,6 dollari (+1,9 per cento).
(foto SHUTTERSTOCK)