
Unioncamere: si cercano 587.000 lavoratori a luglio ma il 47% è introvabile
Aumentano le imprese sul territorio italiano. Nel secondo trimestre si registra un aumento complessivo di 28.286 nuove aziende. È quanto sottolinea l’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, secondo cui il risultato, sebbene incoraggiante, è tra i meno brillanti nell’arco degli ultimi 10 anni.
Allo stesso tempo, le cessazioni sono state 50.991, valore che pur restando al di sotto della media del periodo pre-Covid rappresenta il terzo aumento consecutivo nell’arco dell’ultimo triennio.
Il Sud registra il saldo maggiore in termini assoluti, con 9.006 imprese in più, mentre tra i vari settori a fare da traino è quello delle costruzioni, uno tra i più rilevanti per numero di realtà esistenti, con 6.025 imprese in più. A ruota, altri due comparti sugli scudi da qualche tempo, quello degli alberghi e ristoranti (+4.436 unità) e quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche (3.753 imprese in più rispetto alla fine di marzo). Bene anche il commercio (+2.670) e i servizi alle imprese (come noleggio e agenzie di viaggio) con +2.507.
Unioncamere lancia però un allarme: le aziende prevedono a luglio 587 mila assunzioni ma di queste il 47% è introvabile e se si guarda ai profili specializzati, come quelli delle lauree stem, l’indice sale al 67%. «C‘è un disallineamento forte tra i processi formativi e le competenze che cercano le imprese e questo va colmato», ha spiegato Andrea Prete, presidente di Unioncamere nazionale a margine dell’incontro Il mediterraneo alla sfida delle transizioni organizzato da Confindustria Sicilia a Ustica.
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