
La revisione al ribasso dei target pesa su Erg (-6,6%), così come il calo dei ricavi su Cnh (-6,3%)
Le Borse europee chiudono poco mosse, difendendo i rialzi della settimana, favoriti dalla svolta nella politica monetaria della Bce che giovedì non ha escluso una pausa nel rialzo dei tassi a partire da settembre. In scia ai dati migliori delle attese sull’inflazione arrivati da Germania e Francia in mattinata e dagli Stati Uniti nel pomeriggio, dove i prezzi per la spesa per consumi personali sono cresciuti al ritmo più basso degli ultimi due anni, Francoforte ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,39%, Parigi dello 0,15% e Londra dello 0,02%
Sorprese, invece, sono arrivate dalla BoJ che non ha modificato la sua politica monetaria, ma ha aperto a una maggiore flessibilità sui rendimenti delle obbligazioni (con l’ipotesi che possa ridursi la politica ultra-accomodante adottata fin qui da Tokyo). E questo mentre il mercato continua a interrogarsi sui messaggi lanciati alla vigilia da Christine Lagarde, che ha lasciato aperta la porta a una possibile pausa nella politica restrittiva.
Tutto questo resta in parte sullo sfondo a Piazza Affari, dove a farla da padrone sono soprattutto le trimestrali, zavorrando l’indice Ftse Mib che ha chiuso con un passivo dello 0,3%. La revisione al ribasso dei target pesa su Erg (-6,6%), così come il calo dei ricavi su Cnh (-6,3%). Realizzi su St (-4,1%) dopo il rally della vigilia. In testa al listino principale, invece, Iveco (+2,8%) e Banca Generali (+2,9%) spinta dalla trimestrale sopra le attese del mercato. +1,4% per Intesa Sanpaolo dopo il trimestre record e il rialzo del target sull’utile. -0,5% per Eni nonostante conti positivi. In “rosso” dello 0,8% A2a nel giorno dell’addio ufficiale del presidente Patuano, nonostante il rialzo della guidance 2023.
Sul mercato valutario, l’euro passa di mano a 1,1031 dollari (da 1,0997 ieri in chiusura) e 154,90 yen (155,103). Il cambio dollaro/yen è a 140,42 (141,068). Cala ancora il gas a 25,6 euro al MWh (-10%) mentre è poco mosso il petrolio: il contratto consegna settembre sul Brent segna un -0,1% a 84,2 dollari al barile, quello di pari scadenza sul Wti è piatto sugli 80 dollari.
(foto IMAGOECONOMICA)