Aumentano i problemi per le aziende anche a causa di un credito troppo costoso
Lo scenario disegnato dal Centro Studi di Confindustria riguardante l’economia italiana non è minimamente rassicurante. Il secondo trimestre, infatti, vede un PIL molto debole a causa della flessione di industria e costruzioni. I servizi, poi, saranno caratterizzati da una crescita a sua volta molto lenta. Meglio, seppur di poco, le attere nel terzo trimestre.
Con il prezzo del gas poco sopra i minimi l’inflazione è scesa, invece, solo in parte. Da qui le decisioni della BCE di continuare sulla strada del rialzo dei tassi peggiorando le condizioni creditizie. Stessa decisione da parte della Federal Reserve che nella scorsa seduta ha deciso per l’undicesimo aumento, non escludendo nuovi rialzi.
Credito troppo caro e più scarso, sottolinea Congiuntura Flash, a discapito delle imprese che vedono un +4,81% del costo del credito a maggio con conseguente freno sulla domanda, come confermato anche da indagini Istat e Banca d’Italia. Il 56,3% delle imprese, infatti, giudica le condizioni troppo onerose.
In calo anche la spesa nel secondo trimestre (-0,6% annuo) con una possibile accelerazione dei consumi energetici per il caldo.
L’industria in generale resta debole con una spinta che arriva dal turismo. Sono infatti gli stranieri che fanno aumentare la spesa che a maggio, per quanto li riguarda, arriva a +13,2% sul 2022. E se l’industria a maggio registra sulla produzione un +1,6%, da inizio anno si è comunque contratta a -1,9%; la manifattura -2,4%. Unica eccezione: i mezzi di trasporto, +3,0%. Guardando invece l’attività economica si vede che il Pmi è sceso a maggio 52,2 dai precedenti 54,0 e le prospettive non vanno meglio con un giugno che registra il Pmi manifatturiero in calo a 43,8 da 45,9. A luglio cala la fiducia delle imprese anche in virtù di condizioni per investire che nel secondo trimestre si sono ulteriormente deteriorate.
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