
La campagna di comunicazione è iniziata con spot sui canali Rai e da lunedì partirà sui canali social del ministero del Lavoro e dell’Inps. Ma mancano gli assistenti sociali
Fare riferimento ai servizi sociali in caso di disagio o rivolgersi ai centri per l’impiego in caso di ‘occupabilità’, ovvero di abilità al lavoro. L’Inps, come riferisce l’Ansa, dà le indicazioni ai beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno ricevuto l’sms per la sospensione del sussidio e rassicura su cosa accadrà a partire da agosto: nessuno, garantisce l’Istituto, sarà lasciato solo.
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Ma dagli stessi servizi sociali che dovrebbero prendere in carica le persone più in difficoltà arriva l’allarme sulla carenza di organici: appena 15.000 sui 30.000 necessari per i nuovi compiti.
«C’è il rischio di una bomba sociale», avverte il sindacato pubblico della Cgil, mentre in Campania si temono addirittura aggressioni fisiche. Per i circa 160mila che hanno ricevuto ieri il messaggio dello stop al sussidio perché in famiglie senza minori, disabili o over 60 e per gli 80mila circa che lo riceveranno entro la fine dell’anno, è appena partita una campagna di comunicazione per spiegare cosa fare.
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«Non abbandoniamo nessuno – ha spiegato il direttore dell’area metropolitana di Napoli dell’Inps, la seconda in Italia per numero di utenti, Roberto Bafundi – circa la metà di queste persone sono in una situazione di disagio sociale e potranno rivolgersi ai servizi sociali. Se inseriti in un progetto multidimensionale di recupero, potranno avere ancora il sussidio. Gli altri dovranno andare ai centri per l’impiego e firmare il Patto di servizio personalizzato per essere avviati al lavoro».
In pratica quindi, se sarà riconosciuta la situazione di disagio sociale (come ad esempio la tossicodipendenza, il disagio abitativo o la dispersione scolastica), per circa la metà dei 250mila beneficiari che entro l’anno avranno lo stop al sussidio, sarà reintrodotta una misura di sostegno.
Gli altri, i cosiddetti ‘occupabili’ sono invitati a rivolgersi ai centri per l’impiego per attivare il patto di servizio per iniziare un lavoro o un percorso di formazione. Una volta inseriti nella formazione, avranno diritto al Sostegno alla formazione e al lavoro, un contributo di 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi che sarà personale e non legato al nucleo familiare (disponibile quindi anche per più persone nella stessa famiglia). La campagna di comunicazione è iniziata con spot sui canali Rai e da lunedì partirà sui canali social del ministero del Lavoro e dell’Inps.
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«Lavoriamo – conclude Bafundi – perché ci sia sinergia tra l’Istituto, i centri per l’impiego, i servizi sociali e gli enti di formazione nel gestire le nuove norme sul reddito di cittadinanza che prevedono la sospensione dopo sette mesi di percezione del sussidio se nella famiglia non ci sono minori, disabili o anziani».
Ma sui servizi sociali è arrivato l’allarme della Fp-Cgil: «gli assistenti sociali sono la metà di quelli necessari – afferma il sindacato – ne mancano 15mila. Il governo ha deciso di lasciare senza reddito 160mila famiglie e di scaricare gli effetti di questa scelta sul personale, in particolare sui servizi già molto in difficoltà, degli enti locali. Si tratta di un atto profondamente sbagliato».
(foto ANSA)