
In vista dell’imminente incontro a Pechino, le due autorità europee hanno espresso posizioni (apperentemente) diverse
Josep Borrell, e il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi hanno avuto un colloquio telefonico per rafforzare le relazioni fra Unione europea e Cina.
“Entrambi vogliamo rafforzare le relazioni Ue-Cina. Abbiamo discusso dell’imminente dialogo strategico a Pechino in preparazione del vertice Ue-Cina”, ha scritto Borrell su X. Durante la conversazione, inoltre, i due si sono “scambiati delle opinioni sul Niger e sulla riunione di Gedda sull’Ucraina”.
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Intanto, il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis (nella foto) in un colloquio con il Financial Times non esita a dire che “le relazioni commerciali tra Cina e Ue sono molto squilibrate. La Cina registra un enorme surplus commerciale. E il livello di apertura da parte cinese non è lo stesso di quello dell’Ue”.
E minaccia l’uso di limitazioni all’import: “Siamo pronti a utilizzare questo kit di strumenti in caso di reclami da parte dell’industria o, se necessario, lo faremo d’ufficio”, ha sottolineato.
Il gap negli scambi commerciali tra l’Ue e la Cina, ricorda il foglio della City, nello scorso anno ha raggiunto 400 miliardi a sfavore dell’Europa. Dombrovskis ha spiegato che i colloqui che avvengono usualmente tra lui e un vicepremier cinese, “fornirà l’opportunità di discutere di questi problemi e di trovare soluzioni”.
Ma se i problemi non dovessero essere risolti Bruxelles potrebbe usare una serie di strumenti che ha già messo in campo negli ultimi anni sui dossier commerciali.
Tra questi, sottolinea il Ft, figurano: strumenti anti-coercizione che consentono ritorsioni contro le misure commerciali volte a forzare un cambiamento di politica estera, come i boicottaggi; la possibilità di bloccare gli investimenti nell’Ue da parte di aziende sovvenzionate e la chiusura dei mercati degli appalti pubblici ai Paesi che non li aprono alle imprese dell’Ue.
“Dobbiamo trovare il modo di cooperare con la Cina affrontando i rischi e le possibili dipendenze strategiche”, ha sottolineato il vice presidente dell’esecutivo europeo.