
Il blocco dell’accordo di patteggiamento rischia di compromettere lo stanziamento di una significativa quota delle decine di miliardi di dollari promesse dall’industria farmaceutica per contrastare la crisi degli oppioidi
Stop da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti al patteggiamento da 6 miliardi di dollari raggiunto dalla famiglia Sackler, che possiede la società farmaceutica Purdue Pharma, ritenuta una tra le maggiori responsabili della catastrofica crisi della dipendenza da oppioidi negli Stati Uniti.
La Corte ha stabilito di valutare le ragioni del dipartimento di Giustizia, secondo cui il piano di bancarotta presentato dalla società farmaceutica cancellerebbe impropriamente le possibili responsabilità legali di altri soggetti nella crisi sanitaria, che soltanto nel 2022 ha causato quasi un milione di overdosi letali nel Paese.
Il blocco dell’accordo di patteggiamento rischia di compromettere lo stanziamento di una significativa quota delle decine di miliardi di dollari promesse dall’industria farmaceutica per contrastare la crisi degli oppioidi, frutto di decenni di prescrizioni facili, pubblicità ingannevoli e campagne di pressione delle aziende del settore tra i medici.
Tuttavia, come evidenziato dalla stampa Usa, la decisione dei giudici della Corte suprema potrebbe anche culminare nel riconoscimento di risarcimenti maggiori ai soggetti che hanno rifiutato di accettare l’accordo.
L’accordo bocciato dalla Corte Suprema, raggiunto lo scorso maggio da Purdue Pharma, dalla famiglia Sackler e dalla maggior parte dei creditori dell’azienda, avrebbe tutelato la famiglia da ripercussioni legali nell’ambito di qualsiasi causa civile (presente e futura) avanzata nei confronti di Purdue Pharma per il suo ruolo nella crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, nell’ambito di un processo di bancarotta della compagnia.
In cambio dell’immunità legale, la famiglia Sackler si era impegnata a versare fino a sei miliardi di dollari per porre fine alle cause legali avanzate in tutto il Paese nei confronti della società, che produce il farmaco ossicodone.
I fondi, insieme ad un pagamento iniziale da 500 milioni di dollari destinato all’azienda, dovevano essere inviati agli Stati e alle comunità che hanno fatto causa, e utilizzati per avviare programmi di prevenzione e trattamento contro la crisi derivante dall’abuso di ossicodone da parte della popolazione civile.
Il piano di ristrutturazione di Purdue Pharma avviato quasi quattro anni fa dai Sackler prevede la creazione di una nuova societa’ denominata Knoa Pharma. La nuova entità dovrebbe continuare a produrre farmaci, incluso l’ossicodone, ma anche medicinali per il trattamento delle dipendenze.
(foto SHUTTERSTOCK)