Posizioni ancora distanti a pochi minuti dall’inizio del vertice
Un prevedibile nulla di fatto che, alla fine, si p rivelato tale. Concluso l’incontro tra la premier Girogia Meloni e i rappresentanti delle opposizioni (Italia viva esclusa) sul salario minimo. Restano le distanze «Sostanzialmente ognuno resta sulle proprie posizioni. Palla al centro», spiegano fonti dei partiti di minoranza dopo l’incontro convocato dalla premier a Palazzo Chigi.
Meloni ha sottolineato la volontà di “coinvolgere le parti sociali” per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e governo per dare piena attuazione” all’articolo 36 della Costituzione.
Da parte sua Carlo Calenda ha dichiarato ottimismo considerando che pur essendo stato un incontro interlocutorio il dato positivo “è che nessuno ha sbattuto la porta”. Più drastica Elly Schlein segretario del Pd “Il governo non ha una sua proposta, non ha le idee chiare. E’ rimasto sulle sue posizioni”. Sulla stessa linea Giuseppe Conte del M5S Conte “Siamo venuti con spirito costruttivo, siamo riusciti a far convergere le opposizioni su una proposta unitaria. Meloni aveva chiesto il confronto, noi ci siamo, ma non c’è stata alcuna controproposta, il governo ha chiesto di coinvolgere il Cnel, a noi sembra una palla buttata in tribuna”.
Da parte della Lega, invece, “Spiace constatare la posizione ideologica dell’opposizione, che parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare le troppe storture del sussidio”. Più opportuno per la Lega “aumentare occupazione, stipendi e pensioni valorizzando l’Italia dei Sì rappresentata dai tanti cantieri sbloccati e dalle opere ambiziose come il Ponte sullo Stretto che – da solo – garantirà almeno 100mila posti eppure non piace al centrosinistra”.
Iniziato alle 17, l’incontro a Palazzo Chigi tra rappresentanti del governo e delle opposizioni sul salario minimo, nasceva per affrontare una proposta avanzata dalle opposizioni e che chiedeva una paga oraria non inferiore ai 9 euro.
A presiederlo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, però, ha già bocciato il progetto preferendo lavorare su proposte alternative, non ultima quella di una più ampia proposta contro i salari bassi o per una migliore detassazione. No ai 9 euro, quindi mentre da parte delle opposizioni (assente Italia Viva di Renzi) si fa notare che la misura è presente già in 22 paesi in Europa. Inoltre dalla sinistra si chiede anche di affrontare altre tematiche come i ristori per le zone alluvionate dell’Emilia Romagna. Al centro i dubbi di Calenda che parla di “Alto rischio di non trovare l’intesa”.
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