
Diverse multinazionali registrano un calo dei volumi parallelamente ad un aumento dei profitti
Il rialzo dei prezzi al consumo ha trovato svariate giustificazioni. Dalle varie problematiche legate al Covid passando per gli approvvigionamenti delle materie prime fino al clima impazzito che ha letteralmente distrutto le colture. Ma l’aumento dei prezzi ha portato con sé anche un calo di volumi di vendita sebbene associato ad un aumento delle entrate giustificato per lo più dagli aumenti stessi.
Kraft Heinz ad esempio ha visto un progressivo aumento delle vendite nette (+2,6%) nel secondo trimestre grazie all’aumento dei prezzi. Parallelamente i volumi sono diminuiti del 7% anno su anno. Altri, come Procter & Gamble per ammissione dei vertici stessi dell’azienda, puntano su strategie di marketing e su migliori imballaggi per attirare l’attenzione dei consumatori. Ciò non ha impedito ai volumi di diminuire, nell’ultimo trimestre dell’1%.
Da qui l’enigma per le aziende: prezzi troppo alti le aziende perdono clienti ma prezzi troppo bassi portano a perdita di profitti. Nonostante negli USA l’inflazione inizi a stabilizzarsi, quella riferita ai prodotti alimentari continua a salire con ritmi a due cifre.
Coca Cola attraverso le parole del suo ceo James Quincey ha evidenziato il cambiamento di scelte da parte degli acquirenti attenti ai costi. Nell’ultimo trimestre suoi volumi in Nord America sono diminuiti dell’1%. Anche a la sua rivale PepsiCo ha osservato che la maggior parte degli acquirenti rimane fedele ai propri marchi cercando, però, di ottimizzare sui costi.
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