A peggiorare la situazione anche le condizioni climatiche avverse
L’India ha imposto una tassa del 40% all’esportazione delle cipolle a causa di prezzi interni troppo elevati, tassa che resterà in vigore fino al 31 dicembre. In India, i prezzi al dettaglio delle cipolle sono aumentati di circa il 20% su base annua, con una media di circa 37 centesimi al chilogrammo. L’India è il più grande esportatore mondiale di cipolle e contribuisce per oltre il 12% al commercio globale dell’ortaggio.
Questo si aggiunge ad un altro problema sul mercato dei generi alimentari. I prezzi del riso a livello mondiale stanno sfiorando i massimi da 12 anni e potrebbero continuare a salire anche nell’immediato futuro. Secondo quanto reso noto dall’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, l’indice dei prezzi del riso dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) è aumentato del 2,8% a luglio, portando il livello a 129,7 punti, il valore più alto da settembre 2011.
A dare il via al rialzo è stato il divieto di esportazione del riso voluto dall’India per proteggere il mercato interno e favorire la stabilizzazione della domanda e delle quotazioni interne della materia prima. Ma adesso, però, hanno contribuito anche le condizioni meteorologiche avverse. Queste, infatti, potrebbero avere un impatto sulla produzione. Gli aumenti più marcati dei prezzi si registrano in Thailandia, secondo maggior esportatore di riso, dove il governo sta tentando di convincere i coltivatori a limitare le colture per riuscire risparmiare le scorte di acqua.
L’India, il principale esportatore mondiale di riso con il 40% del mercato globale, ha vietato, il 20 luglio, le esportazioni di riso bianco non basmati. Una decisione che “solleva sostanziali preoccupazioni per la sicurezza alimentare di un’ampia fascia della popolazione mondiale”. Questo perché arriva in un momento in cui le scorte mondiali del cereale, soprattutto tra le nazioni asiatiche, è molto basso.
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