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Economia

Eurozona, indice Pmi ai minimi da novembre 2020

Giulia Guidi
23 Agosto 2023
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L’indice specifico relativo ai servizi è sceso a 48,3 ad agosto, rispetto al 50,9 di luglio. Cresce il manifatturiero, a 43,7 L’indice HCOB PMI composito relativo all’Eurozona, calcolato in base […]

L’indice specifico relativo ai servizi è sceso a 48,3 ad agosto, rispetto al 50,9 di luglio. Cresce il manifatturiero, a 43,7

L’indice HCOB PMI composito relativo all’Eurozona, calcolato in base alla media ponderata dell’indice HCOB PMI della produzione manifatturiera e dell’indice HCOB PMI dell’attività terziaria, ha registrato ad agosto un valore di 47, in calo rispetto al 48,6 di luglio e, soprattutto, al di sotto della soglia di 50,0 che separa la crescita dalla contrazione. Si tratta del valore minimo da novembre 2020, dunque da 33 mesi.

Cresce l’attività manifatturiera: l’indice Pmi preliminare, calcolato da Ihs Markit, ad agosto sale a 43,9 punti dai 42,7 punti di luglio.

L’indice specifico relativo ai servizi è sceso a 48,3 ad agosto, rispetto al 50,9 di luglio (minimo da 30 mesi a questa parte), mentre quello relativo al manifatturiero è salito a 43,7 rispetto al 42,7 di luglio, ai massimi da 3 mesi ma rimanendo comunque sotto la soglia di espansione.

Ad agosto, si legge in una nota di accompagnamento al dato, l’attività economica dell’Eurozona è diminuita ad un tasso accelerato con una contrazione della regione che si è estesa ulteriormente dal manifatturiero al terziario. Entrambi i settori hanno riportato valori di produzione e nuovi ordini in calo, nonostante il settore manifatturiero abbia indicato tassi di contrazione decisamente maggiori.

Le assunzioni, sottolinea la nota, sono quasi allo stallo con le aziende sempre più riluttanti nell’aumentare la loro capacità operativa visto il deterioramento della domanda e l’incupimento delle aspettative per il prossimo anno, queste ultime scivolate al valore minimo dell’anno in corso. Se le pressioni inflazionistiche continuano a mostrare indici minori rispetto a quanto registrato negli ultimi due anni e mezzo, ad agosto, con la caduta dei prezzi manifatturieri, i tassi d’inflazione principali relativi a costi e prezzi di vendita hanno registrato un lieve rialzo, in parte a causa dell’aumento delle pressioni salariali.

Commentando i dati, Cyrus de la Rubia, chief economist presso l’Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: «Sfortunatamente il settore dei servizi dell’Eurozona sta mostrando segnali di contrazione simili alla debole prestazione del manifatturiero. Le aziende del terziario hanno certamente riportato il primo calo dell’attività dalla fine dello scorso anno, mentre si riduce ancora una volta la produzione manifatturiera. L’analisi degli indici PMI per le nostre previsioni a brevissimo termine sul PIL ci portano a concludere che nel terzo trimestre l’Eurozona si contrarrà dello 0.2%»

«La presidente della BCE Christine Lagarde ha fatto scattare l’allarme sulla possibilità che l’economia subirà salari più alti e minore produttività che faranno aumentare l’inflazione. Pare che queste preoccupazioni presto si trasformeranno in realtà, almeno per il vasto settore dei servizi dove ad agosto i prezzi di acquisto così come i salari sono aumentati ad un tasso più veloce. Allo stesso tempo la stagnazione del livello occupazionale si è unita alla riduzione della produzione riducendo pertanto il livello di produzione pro capite. A settembre, dunque, la BCE potrebbe mostrarsi più restia ad interrompere il ciclo di rialzi», sottolinea inoltre de la Rubia.

«La contrazione del manifatturiero ha toccato il fondo? Forse, considerando che l’indice PMI principale, anche se ancora in territorio di contrazione, ha in qualche modo riportato un aumento. E questo è legato al leggero miglioramento del livello degli ordini ma anche alla riduzione più lenta delle scorte. Le previsioni più ottimistiche su un maggiore livello di produzione di qui ad un anno, confermano questo scenario“, sottolinea inoltre de la Rubia, per il quale, infine, “una concreta inversione di tendenza potrebbe però verificarsi solo nel primo trimestre del prossimo anno, visto che il PMI parte da un valore piuttosto basso. La pressione al ribasso dell’economia dell’Eurozona di agosto è principalmente causata dal settore dei servizi della Germania che è passata dalla crescita alla contrazione ad un ritmo inconsueto, mentre in Francia le aziende dei servizi hanno ridotto la loro attività ad una velocità simile a quella del mese scorso. Nel settore manifatturiero, la produzione delle aziende tedesche ha registrato un calo ad un tasso di gran lunga più rapido di quelle francesi e questo alimenterà il dibattito nel considerare la Germania come malato d’Europa».

(foto SHUTTERSTOCK)

  • indici pmi eurozona
  • europa in recessione
  • crisi economia europea

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