Il ministero della Salute ha revocato la sospensione del decreto del 2020 che inseriva il cannabidiolo nella tabella dei medicinali allegata al testo unico sulle droghe
Con un decreto “a sorpresa”, come lo definisce l’associazione dei consumatori Aduc, il ministero della Salute ha revocato la sospensione del decreto del 2020 che inseriva le composizioni per somministrazione ad uso orale di Cbd (cannabidiolo) nella tabella dei medicinali allegata al testo unico sulle droghe.
Nelle farmacie italiane sono venduti diversi tipi di preparati a base di Cbd a uso galenico (distinto dal Thc che ha invece effetto psicotropo) ma il prodotto con concentrazioni inferiori è venduto anche nei canapa shop, nelle erboristerie e nei tabaccai ed è utilizzato per favorire il rilassamento, diminuire ansia e lenire dolori. Secondo le ultime stime, il mercato italiano vale circa 200 milioni di euro.
Dopo numerose proteste, il decreto del primo ottobre 2020, che prevedeva che le “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo” fossero inserite nella tabella dei medicinali stupefacenti, era stato sospeso quattro settimane dopo. Ora, con la revoca della sospensione, entrerà in vigore 30 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 21 agosto.
Dal 20 settembre, quindi, spiega l’Aduc in una nota, “saremmo l’unico paese in Europa e forse nel mondo che considera le preparazioni ad uso orale di Cbd come uno stupefacente”.
Quando il decreto sarà effettivo, riassume l’avvocato Giacomo Bulleri, “tutto ciò che contiene Cbd ed è ad uso orale e non cosmetico sarà appannaggio delle aziende farmaceutiche”. Una possibilità per evitarlo, spiega, “sarebbe bastato inserire delle soglie nel decreto e specificare, ad esempio, che sotto al 10% di concentrazione sia considerato come un integratore”, con una legge sul modello francese.
Molto dipenderà da cosa accadrà in Europa, dove è in corso la valutazione dei cibi contenenti Cbd all’interno dei Novel Food, come avviene in UK e in Francia. Quanto alla possibilità che le aziende si organizzino per fare ricorso al Tar, per Bulleri, “è da valutare con cautela, sicuramente è discutible l’inclusione negli stupefacenti del Cbd”.
Federcanapa, l’associazione di categoria dei coltivatori, “valuterà nei prossimi giorni le azioni più efficaci da intraprendere con gli operatori economici del settore per ottenere dal Governo garanzie sull’uso non solo farmacologico degli estratti di Cbd ma per tutti gli usi consentiti dalla legge”.
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