
Le stime preliminari indicano anche un marcato rallentamento del commercio di servizi del G20 nel secondo trimestre rispetto al primo
Secondo i dati dell’Ocse, le esportazioni e le importazioni di merci del G20 sono diminuite rispettivamente del 3,1% (dopo +2,2% nel primo trimestre) e del 2% (dopo -1,1%), riflettendo la debolezza della domanda globale e il calo dei prezzi delle materie prime, in particolare dell’energia.
Proprio quest’ultimo fattore ha contribuito alla riduzione degli scambi in termini di valore in Nord America. Le esportazioni e le importazioni si sono contratte rispettivamente del 5,7% e del 2% negli Stati Uniti, mentre le esportazioni canadesi sono diminuite del 3,7% e le importazioni sono rimaste stabili.
Nell’Unione Europea, le esportazioni di merci sono diminuite in Germania (-0,1%) e Italia (-0,7% dopo +4,7% nel primo trimestre), ma sono cresciute a un ritmo sostenuto, anche se in rallentamento, in Francia (+2,7%), trainate dai mezzi di trasporto, in particolare dall’aeronautica.
Le importazioni della Ue si sono contratte dell’1,2%, ancora una volta principalmente a causa del calo dei prezzi dell’energia. In Italia l’import è calato dell’1,7% (dopo -2,6%), in Germania la flessione è stata dello 0,9%, mentre la Francia ha segnato una crescita dello 0,6%. Nel Regno Unito le esportazioni sono aumentate del 2,1%, riflettendo le forti vendite di macchinari e mezzi di trasporto e l’import è cresciuto del 3,9%.
Lo scambio di merci ha subito una brusca contrazione nell’Asia orientale. In Cina le esportazioni sono diminuite del 5,7%, in parte a causa del calo delle vendite di elettronica di consumo. Le importazioni sono diminuite notevolmente in Giappone (-8,1%) e Corea (-7,9%), di riflesso alla riduzione delle spese per l’acquisto di energia. Il calo dei prezzi delle materie prime ha spinto in forte ribasso le esportazioni in Australia (-11,8%) e Indonesia (-9%).
Le stime preliminari indicano anche un marcato rallentamento del commercio di servizi del G20 nel secondo trimestre rispetto al primo. Si stima che le esportazioni siano cresciute dello 0,2%, mentre l’import è diminuito dello 0,6%, dopo la forte crescita del 4,5% e dell’8,8% rispettivamente del primo trimestre. Le esportazioni di servizi sono cresciute dell’1% negli Stati Uniti, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,3%, di riflesso soprattutto alle minori spese per trasporti e viaggi.
In Germania i servizi di viaggio e alle imprese hanno contribuito sia al calo dell’1,7% delle esportazioni di servizi, sia all’aumento dell’1% dell’import.
Le importazioni francesi hanno subito una forte contrazione (-7,2%) a causa delle minori spese di trasporto e viaggio, mentre l’export è aumentato dello 0,6%. Non sono riportati i dati relativi all’Italia.
Nel Regno Unito, le esportazioni di servizi sono diminuite dell’1%, mentre le importazioni sono aumentate del 2,9% di riflesso ai maggiori acquisti di servizi finanziari, di proprietà intellettuale e di servizi alle imprese.
Per contro, il commercio di servizi è cresciuto notevolmente in Australia e Corea. In Australia, i principali motori della crescita delle esportazioni (+8,3%) sono stati i viaggi e il trasporto passeggeri, mentre i viaggi, la finanza e i servizi Ict hanno spinto le esportazioni in Corea (+9,5%).
Le importazioni di servizi in Giappone sono diminuite del 4,2%, riflettendo la minore spesa per i servizi alle imprese, mentre le esportazioni sono leggermente aumentate (+0,7%). Il calo dei proventi da trasporti ha spinto al ribasso le esportazioni di servizi in Cina (-4,4%), mentre le importazioni sono diminuite dell’1,4%.
(foto SHUTTERSTOCK)