
L’associazione passa alle vie di fatto contro “questa pratica truffaldina e contraria ai principi dell’ordinamento tributario italiano”
Presentato un esposto da parte del Codacons alla Corte dei conti del Lazio in merito al fenomeno delle partite Iva “apri e chiudi”, per chiedere di accertare il danno a carico della collettività derivante “da questa pratica truffaldina e contraria ai principi dell’ordinamento tributario italiano”.
Lo fa sapere in una nota il Codacons, secondo il quale si tratta di uno stratagemma diffuso in modo capillare sul territorio, con migliaia di casi negli ultimi anni e frequenti interventi della Guardia di finanza, cui ricorrono in particolare – ma non solo – imprese e micro-imprese provenienti dall’estero (cinesi in primis). Un fenomeno che nasconde reati fiscali (elusione ed evasione contributiva) oltre ad altri illeciti e causa enormi svantaggi competitivi a chi lavora in regola.
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Nell’esposto dell’associazione si legge che si potrebbero configurare profili ascrivibili al danno erariale da intendersi quale diminuzione di risorse con conseguente perdita e/o compromissione di beni e lesione economica a carico dell’Ente territoriale competente.
In questo senso, appare necessario e doveroso eseguire specifiche indagini del caso al fine di tutelare da un lato i diritti di quella collettività che ancora opera in maniera regolare e dall’altra tutte quelle pesanti ricadute sul tessuto produttivo del Paese che indirettamente ricadrebbero su tutti i contribuenti.
Il Codacons chiede quindi di avviare il necessario procedimento istruttorio e di monitoraggio. ”È ora di finirla con la truffa delle finte partite Iva, chiuse entro l’anno per non pagare le tasse alla faccia di chi le tasse le paga puntualmente”, dichiara il presidente del Codacons Carlo Rienzi (nella foto). ”Un fenomeno più diffuso e dannoso per la collettività di quanto si pensi, su cui occorre far luce per accertare danni all’erario pubblico”.
RESTA AGGIORNATO SULLE PARTITE IVA
(foto IMAGOECONOMICA)