
Il boom della domanda di prodotti sintetici sta iniziando a rimodellare il mercato globale dei diamanti che ha un valore di 89 miliardi di dollari l’anno
La quota dei diamanti artificiali (o sintetici) nel 2023 potrebbe toccare il 16,5% del totale del mercato al dettaglio delle pietre preziose, per un totale di 14,6 miliardi di dollari. Nel 2018 la quota era del 3,5%.
La stima è formulata dall’analista Paul Zimnisky, che dà il senso di come il boom della domanda di prodotti sintetici sta iniziando a rimodellare il mercato globale dei diamanti che ha un valore di 89 miliardi di dollari l’anno. Come spiega il Financial Times il prezzo di un diamante naturale lucido da un carato è crollato di oltre un quarto dal picco toccato nel 2022, scendendo a 5.185 dollari, il livello più basso degli ultimi otto anni.
Il fatto è che in parallelo il prezzo delle pietre sintetiche è sceso ancora di più, da più di 5.000 dollari per un carato nel 2016 fino ai 1.425 dollari attuali, per via delle economie di scala sul fronte della produzione che hanno ridotto i costi.
A favorire questo processo, spiega il quotidiano britannico, l’atteggiamento sempre più positivo dei clienti su queste pietre.
Per l’amministratore delegato di Pandora, Alexander Lacik, oggi “il 60-70% di tutti i consumatori sono consapevoli che esistono diamanti creati in laboratorio” e disponibili ad acquistarli. Anche perché in parallelo nell’opinione pubblica è aumentata la consapevolezza del costo finanziario ed etico legato all’estrazione delle pietre naturali.
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Ma su questo punto va anche considerato l’impatto occupazionale delle attività di estrazione di soliti in aree a bassissimo reddito, mentre – sul fronte ambientale – la produzione di pietre sintetiche in India e Cina è alimentata dal carbone e quindi con un forte impatto.
Considerazioni che non fermano il boom del settore: le esportazioni di pietre sintetiche dall’India, il principale mercato mondiale di lavorazione dei diamanti, tra aprile 2022 e marzo 2023 sono aumentate del 28% rispetto ai dodici mesi precedenti.
Aziende come la Diamond Foundry prevedono di raddoppiare la produzione nei prossimi tre anni mentre anche il colosso dell’estrazione dei diamanti, De Beers, ha lanciato a giugno scorso un anello di fidanzamento con gemme sintetiche.
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(foto SHUTTERSTOCK)