
In Italia il 23,1% dei giovani tra 15 e 29 anni, pari a 1,7 milioni di soggetti, non studia e non lavora
Non solo quella economica, la povertà si può manifestare in tanti altri modi, tutti subdoli e tutti pericolosi. Alcune forme, poi, sono insidiose soprattutto per i giovani perché come sottolinea uno studio di Save the Children, potrebbero letteralmente mangiare il futuro dei giovani. Si tratta, in primis, dell’abbandono scolastico ma, più in generale, della povertà educativa e culturale.
Mancanza di musei e impossibilità di visitarne, mancanza di libri, biblioteche, sport e ideali sportivi sani. Il concetto di neet ovvero quei giovani che non studiano, non lavorano, non seguono percorsi di formazione. In Italia il 23,1% dei giovani tra 15 e 29 anni, pari a 1,7 milioni di soggetti, una percentuale che risulta essere la più alta dell’Ue, il doppio di Francia e Germania. Un concetto, quello di neet, che è strettamente correlato con quello dell’abbandono scolastico (1 ragazzo su 7 lascia la scuola in anticipo) e della mancata formazione culturale (il 12,7% degli studenti non arriva al diploma e punte estreme del 15% si registrano al Sud).
Ma sono ancora i numeri a parlare. In Italia 1 milione e 400 mila minori vivono in povertà assoluta, 2,2 milioni in povertà relativa.
Secondo dati Openpolis nel 2022 le regioni con la più alta dispersione scolastica sono Campania (19,8%), Sardegna (18,7%), Calabria (18%) e Sicilia (16%).
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