Per l’86% delle intervistate la difficoltà maggiore è conciliare impegni di lavoro con quelli familiari
Secondo i risultati della seconda edizione della survey EY – SWG La leadership al femminile nel mondo del lavoro, il gap di genere sia in ambito salariale che direttivo, esiste e difficilmente sarà colmato. L’indagine è stata realizzata su un campione di oltre 700 lavoratrici e manager ed analizza la presenza e il ruolo delle donne all’interno delle aziende italiane.
Secondo i numeri, il 55% delle donne lavoratrici è dell’opinione che nella propria azienda esista un gap salariale tra uomini e donne e il 61% che ne esista uno riguardante le differenti opportunità di carriera. Per l’86% delle intervistate il peso maggiore è quello di dover conciliare i doveri professionali con quelli familiari che restano sempre più delegati alle donne, mentre per il 74% sono proprio gli uomini a lasciare poco spazio alle donne per permettere di affermare le proprie doti lavorative.
Una guerra tra i sessi che difficilmente potrà trovare un armistizio visto che per il dato di chi ritiene che l’equilibrio nei ruoli direttivi non verrà mai raggiunto è in crescita di 7 punti percentuali rispetto alle rilevazione del 2022 (23% contro il 16% precedente).
«Dalla nostra analisi emerge che nell’ultimo anno è cresciuta del 19% tra i dirigenti, uomini e donne, la percezione che la leadership femminile consenta alle imprese di raggiungere meglio gli obiettivi aziendali. Mai prima d’ora vi è stata così tanta consapevolezza nel mondo aziendale della necessità e dei benefici di sostenere e promuovere le donne nel corso della loro carriera lavorativa. Tuttavia, la percentuale di donne che ricoprono ruoli dirigenziali rimane ancora estremamente contenuta: le donne nei Cda delle società italiane hanno raggiunto il 43% alla fine del 2022, ma sono ancora poche le presenze femminili ai vertici, nel 2% dei casi amministratrici delegate e nel 4% presidenti» – commenta Stefania Radoccia, Tax & Law Managing Partner di EY in Italia.
«Gli ultimi anni sono stati contrassegnati da importanti battute d’arresto sul fronte della parità di genere nel mondo del lavoro: dall’impatto della pandemia di COVID-19 alla crisi economica, passando per le tensioni geopolitiche. Viviamo un momento storico molto importante: il raggiungimento dell’uguaglianza di genere è tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile nonché uno dei pilastri nei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Qualcosa si sta muovendo: dalla direttiva UE sulle quote di genere nei Cda delle quotate a quella sulla parità salariale, passando per la normativa italiana della certificazione di genere. Le aziende italiane devono farsi trovare pronte: la valorizzazione dei talenti femminili è una leva chiave per l’economia e la società più in generale, per stimolare l’innovazione e aumentare la resilienza. Ora più che mai è necessario agire in ecosistema e incoraggiare azioni concrete e coraggiose per sostenere e promuovere le donne nel mondo del lavoro» – prosegue Radoccia.
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