Sebbene superi il 258% del PIL (contro il 144,4% dell’Italia) è giudicato sostenibile
Mentre in Italia si discute sul contenimento del debito pubblico che, ormai da anni, continua inesorabilmente a salire c’è una nazione che, su questo fronte, supera ampiamente l’Italia. Si tratta del Giappone che ha il debito pubblico più alto del mondo, pari al 258% del suo Prodotto Interno Lordo. In realtà è un elemento noto ormai da anni, gli stessi in cui i vertici della nazione nipponica hanno speso per mettere in atto politiche trentennali di stimolazione dell’economia. Tra questi sussidi e incentivi oltre ad una politica messa in atto dalla Bank of Japan e caratterizzata da un’ampia immissione di liquidità nel sistema e da tassi di interesse bassi.
Nonostante ciò, però, Tokyo non rappresenta un punto debole. Anzi, resta un’economia spesso affidabile. Il motivo? Il debito, in realtà, è in gran parte in mano al Giappone stesso, in particolare alla sua banca centrale, il che rende questo debito meno esposto a rischi. Non solo, ma il restante è gestito da investitori locali. A questo si aggiunga la possibilità di gestire una propria moneta ed un progressivo miglioramento del deficit. Non preoccupa nemmeno una spesa sociale che, per le pensioni, deve tener conto di una popolazione tra le più longeve al mondo. Infatti questa gestione è resa sostenibile anche da un patrimonio e da una reputazione che permettono ai vertici giapponesi di non temere quel 258% di debito/pil, ben oltre il 144,4% italiano.
Resta però qualche ombra. Le operazioni di stimolo dell’economia nipponica sono state dispendiose e non hanno portato, in proporzione, alla crescita sperata. Infatti Tokyo resta ancora tra le economie avanzata, una delle più asfittiche. Anche in questo caso il problema resta di difficile soluzione, soprattutto considerando il fatto che deriva da una caratteristica sociale: la popolazione, come detto, è tra le più longeve e la forza lavoro è drammaticamente in diminuzione. Inoltre questo porta anche ad un rallentamento dell’innovazione sociale. Resta poi il punto interrogativo dei tassi di interesse: con un debito così alto è praticamente impossibile alzarli. Il che porta Tokyo a dover gestire con attenzione quel 3,3% di inflazione che, per il momento, è al di sotto della media dei paesi occidentali ma che, per ovvi motivi, non dovrà crescere.
FOTO: SHUTTERSTOCK