
Il colosso commerciale canadese Hmv aveva evocato la possibilità di rilevare 300 dei circa 400 grandi magazzini Wilko, ma si è poi tirato indietro sulla base di una revisione al rialzo della stima dei costi di gestione
Si fa sempre più nera la situazione per Wilko, storica catena specializzata nella vendita di articoli per la casa, entrata il mese scorso in amministrazione controllata sull’orlo della bancarotta. Lo afferma il sindacato Gmb, dopo la notizia del fallimento delle trattative con il colosso commerciale canadese Hmv, di proprietà del miliardario Doug Putman.
Putman aveva evocato la possibilità di rilevare 300 dei circa 400 grandi magazzini Wilko, ma si è poi tirato indietro sulla base di una revisione al rialzo della stima dei costi di gestione.
Ora i sindacati dipingono un quadro totalmente nero, ovvero la cancellazione del marchio Wilko Ltd da tutti e 400 i punti vendita sparsi per l’isola e la perdita del posto di lavoro per l’intero organico o quasi: parliamo di 12.500 dipendenti.
Wilko, fondata negli anni 30 a Leicester e divenuta nei decenni una realtà commerciale di grande successo nazionale, è l’ultima vittima delle turbolenze che investono da anni il retail, alle prese con problemi strutturali di costi e alla concorrenza del commercio online oltre che con fattori congiunturali vari come pandemia, inflazione, il dopo Brexit. Turbolenze che hanno già affondato nel Regno Unito diversi brand di spicco.
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