
Nel secondo trimestre cresce l’occupazione femminile, ma l’Italia resta maglia nera in Ue
Notizie incoraggianti arrivano sul fronte lavoro in Italia. Nel secondo trimestre il tasso di occupazione è salito al 61,3%, segnando +0,3 punti sulla rilevazione precedente, mentre quello relativo alla disoccupazione è sceso al 7,6% (-0,3 punti) e quello di inattività nella fascia 15-64 anni è calato al 33,5% (-0,1 punti). Lo rende noto l’Istat.
In particolare il numero di occupati nel secondo trimestre è aumentato di 129 mila unità rispetto al primo trimestre 2023 (+0,6%), mentre sono scesi disoccupati di 64 mila e inattivi di 66 mila.
Il numero degli occupati registra un incremento dei dipendenti a tempo indeterminato (+130 mila, +0,8%) e degli indipendenti (+23 mila, +0,5%) che ha più che compensato il calo dei dipendenti a termine (-25 mila, -0,8% in tre mesi).
Nel secondo trimestre il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni sale a 52,6% (+1,2 punti in un anno), mostrando una crescita ininterrotta dal secondo trimestre 2021. Ma il dato è comunque inferiore a quello di tutti gli altri paesi dell’Unione europea: nel 2022 il tasso di occupazione è di 13,8 punti inferiore a quello medio europeo, distanza che è anche aumentata rispetto al periodo pre-pandemia (nel 2019 si attestava a 12,7 punti).
Tutta colpa degli effetti della pandemia. In termini occupazionali, infatti, la crisi sanitaria in Italia ha coinvolto soprattutto i settori del terziario che più spesso utilizzano lavoro femminile, e anche il successivo recupero, osservato a partire dal secondo trimestre 2021, ha interessato in particolare i settori delle costruzioni e dell’informazione e comunicazione, caratterizzati da una presenza maschile superiore alla media: le donne rappresentano solamente il 7,8% degli occupati nelle costruzioni e il 29,5% di quelli nel comparto di informazione e comunicazione.
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