
L’exploit dei big del lusso, in scia ai dati economici della Cina sopra le attese, tiene a galla le Borse europee, ma non basta
Chiusura positiva sebbene lontana dai massimi di sessione per le Borse europee con gli investitori che continuano a scommettere su uno stop al ciclo rialzista dei tassi nell’Eurozona a settembre.
Sul rallentamento finale ha inciso il cattivo andamento di Wall Street, appesantita dallo sciopero nel settore auto proclamato dalla Uaw a Detroit e dall’attesa per il direttivo della Fed in agenda la prossima settimana. Francoforte ha guadagnato lo 0,57%, Londra lo 0,47% e Parigi lo 0,96%. Più riflessiva Milano, salita soltanto dello 0,08%.
Seduta in lieve rialzo per lo spread tra BTp e Bund all’indomani del nuovo aumento dei tassi da parte della Bce. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari durata ha chiuso in crescita di tre punti a 178 punti base dai 175 della chiusura di ieri. In deciso rialzo il rendimento del BTp decennale benchmark, al 4,45% dal 4,34% della closing di ieri.
Sul mercato valutario, l’euro resta sui minimi da marzo contro il dollaro a 1,067 (da 1,066 ieri in chiusura) e 157,78 yen. +2,5% per il gas a 36,4 euro al MWh mentre frena il petrolio dopo la recente corsa: il Wti di ottobre scambia a 90,3 dollari al barile (+0,2%), il Brent di novembre a 93,6 dollari (-0,2 per cento).
A Piazza Affari, tra le peggiori Amplifon (-3%), il gruppo dei semiconduttori St (-1%) e le società del risparmio gestito. Bilancio interlocutorio per gli istituti di credito, con Mediobanca alle prese con le tensioni sulla governance in vista dell’assemblea (-0,5%). Dopo una partenza difficile si riscatta Stellantis (+1,9%) alle prese con lo scioperi negli Usa e le indiscrezioni sullo spin-off di Comau. Bene Leonardo (+1,6%) e Tim (+1,2%).
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