
La paura che i tassi di interesse restino alti più a lungo delle attese continua a trascinare all’ingiù le Borse europee
Le Borse europee chiudono la seduta in territorio negativo. A Milano, l’indice Ftse Mib archivia gli scambi scivolando a quota -0,46% (28.575 punti), seguita da Parigi (-0,40%) e Francoforte (-0,08%). Unica piazza in controtendenza è Londra, che termina gli scambi in progresso dello 0,08%. Continua a crescere lo spread: il differenziale tra Btp e Bund tedeschi raggiunge 181 punti base, con il rendimento del nostro decennale che sale al 4,55%.
La paura che i tassi di interesse restino alti più a lungo delle attese continua a “zavorrare” le Borse europee che, mentre vedono allontanarsi la fine della stretta monetaria, devono fare i conti anche con i segnali di difficoltà della manifattura.
Sotto osservazione anche i titoli di Stato, con i rendimenti balzati a nuovi massimi. E così i listini continentali, che pure hanno provato a recuperare verso metà seduta, sono peggiorati nel finale, chiudendo tutti al di sotto della parità.
Sul mercato valutario, il dollaro sui massimi da marzo contro l’euro: l’euro passa di mano a 1,0654 sul biglietto verde (da 1,0660 ieri in chiusura). Debole lo yen dopo che la Bank of Japan ha confermato la politica monetaria ultra-accomodante: la divisa giapponese scivola a 157,87 per un euro (157,18) e a 148,18 contro la divisa statunitense (147,42). In salita dell’1,8% a 39,8 euro al MWh, così come il greggio sostenuto dallo stop russo all’export di carburanti, che riduce l’offerta globale: il future novembre sul Wti sale dello 0,5% a 90,1 dollari al barile, mentre l’analoga consegna del Brent scambia a 93,6 dollari (+0,3 per cento).
A Piazza Affari, seconda parte di seduta da dimenticare per Amplifon (-4,3%), Mps (-3,2%) alle prese con il risiko bancario e le utility (A2a -2,2%), sotto pressione per il rialzo dei rendimenti e le ipotesi di uno slittamento della fine del mercato tutelato delle tariffe. +1,7% per Tim dopo le indiscrezioni sulla possibile cessione della rete senza passare per un’assemblea (e quindi senza il veto dei francesi di Vivendi).
Italgas (-1,6%) perde quota dopo il collocamento del bond Snam (-1,6%) da 500 milioni convertibile in azioni della società torinese. Fuori dal listino principale, continua a non scambiare Bioera dopo la richiesta di fallimento della Procura di Milano.
Le vendite hanno penalizzato, in particolare, Hera (-2,2%), Pirelli (-2%), Cnh (-1,8%) e Saipem (-1,7%). Tra i pochi titoli a salvarsi il lusso con Moncler (+1,7%), Eni (+1,5%) spinta dal greggio e Nexi (+0,9%).
Da segnalare anche Saras (+2,8%), assieme agli altri titoli del comparto oil, sostenuti dal rialzo dei prezzi del petrolio in scia allo stop alle esportazioni russe di carburanti.
(foto SHUTTERSTOCK)