
Partenza di settimana in salita per le Borse del Vecchio Continente, dopo un’ottava di ribassi, tenute ancora in scacco dalle inquietudini sulla prospettiva di tassi d’interesse più alti più a lungo del previsto e il crollo di Evergrande a Hong Kong
I mercati azionari europei hanno chiuso in ribasso, anche se sopra i minimi di seduta, a causa delle persistenti preoccupazioni che i rialzi dei tassi d’interesse continuino per la lotta delle banche centrali contro l’inflazione. Francoforte ha perso lo 0,99% a 15.402,65 punti, Parigi lo 0,85% a 7.123,88 punti, Londra lo 0,75% a 7.625,90 punti, Madrid l’1,24% a 9.384,49 punti. Milano ha ceduto lo 0,68%.
Partenza di settimana in salita per le Borse del Vecchio Continente, dopo un’ottava di ribassi, tenute ancora in scacco dalle inquietudini sulla prospettiva di tassi d’interesse più alti più a lungo del previsto e il crollo di Evergrande a Hong Kong dopo che la società ha annunciato di non essere in grado di emettere nuovi bond a causa di un’indagine in corso su una delle sue controllate, Hengda Real Estate Group.
Le preoccupazioni degli investitori sono state ulteriormente alimentate dalle parole della presidente della Bce Christine Lagarde, in audizione oggi al Parlamento europeo, che ha sostanzialmente confermato la necessità di proseguire con la stretta monetaria “per un periodo sufficientemente lungo” perché possa fornire un “contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo”.
A farla da padrone nella settimana a venire, archiviate le decisioni delle banche centrali di quella passata, saranno ancora i dati macroeconomici, con particolare attenzione all’inflazione dell’Eurozona in arrivo venerdì, mentre oggi l’Ifo tedesco, indice che misura la fiducia delle imprese tedesche, è rimasto stabile a 85,7 punti a settembre, contro le attese di un calo, ma viene comunque da quattro cali di fila.
Il cambio tra euro e dollaro scivola sotto quota 1,06 per la prima volta da marzo e si attesta a 1,058. La moneta unica scambia anche a 157,57 con la divisa nipponica, mentre il rapporto dollaro/yen giapponese sta a 148,83. Prosegue la corsa del prezzo del gas sulla piattaforma Ttf di Amsterdam che mette a segno un’impennata di oltre l’11% e scambia a 44,25 euro al megawattora, aggiornando i massimi da fine agosto. In lieve calo il prezzo del petrolio con il Brent Novembre a 92,86 dollari al barile (-0,45%) e il Wti di pari scadenza a 89,38 (-0,72%).
Tra i comparti che hanno risentito meno dei ribassi ci sono le costruzioni (l’Euro stoxx 600 di settore segna un +0,2), i farmaceutici invariati e l’energia (-0,15), tra i peggiori di giornata i viaggi (-3,09%).
Male anche il settore auto (-1,12%) che risente dell’allargamento degli scioperi negli Stati Uniti che interessano le tre grandi case produttrici, a fronte di un accordo sul rinnovo del contratto di lavoro che sembra ancora lontano.
A Piazza Affari fanalino di coda Amplifon (-3,9%) su cui si è abbattuta l’indagine conoscitiva, a sorpresa, dell’Agcm sui mercati degli apparecchi acustici in Italia. In difficoltà anche Telecom Italia che termina le contrattazioni a -3,2%.
(foto IMAGOECONOMICA)