Il valore dell’economia della bellezza, nel 2022, ha raggiunto quota 499 miliardi di euro, crescendo del +16% rispetto ai 431 miliardi di euro del 2021
Alla fine del 2022 l’economia della bellezza valeva 500 miliardi, il 26% del Pil nazionale. Dopo il biennio della pandemia questo particolare comparto, che rachiude le imprese della cultura, del Made in Italy di qualità, e quelle impegnate in progetti di responsabilità sociale e ambientale, ha contribuito alla ripresa incidendo per il 56% dell’aumento del Pil nel 2022 e addirittura per il 33% dell’aumento rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid. È quanto emerge da uno studio realizzato da Banca Ifis e presentato oggi al Museo Fortuny di Venezia, in occasione della celebrazione dei 40 anni dalla fondazione dell’istituto.
Il valore dell’economia della bellezza, nel 2022, ha raggiunto quota 499 miliardi di euro, crescendo del +16% rispetto ai 431 miliardi di euro del 2021. Di fatto, si tratta di una crescita più che doppia rispetto al resto del sistema produttivo italiano. Il valore segna un aumento dell’8% rispetto al 2019.
Lo sviluppo è stato intenso su tutti i comparti: turismo culturale e paesaggistico e imprese sia design-driven, quelle guidate da una forte componente di design, sia purpose-driven, ovvero le imprese guidate da uno scopo sociale.
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