
Tutti contro Trump. Il suo staff replica: “una barzelletta”
Anche Donald Trump si è recato a Detroit per parlare alla classe operaia che sta manifestando ormai da diverso tempo. Quello che è al momento il più grande sciopero del settore automotive è diventato il pretetsto per un nuovo scontro tra il tycoon e Biden.
Quella di Trump è stata una vera e propria arringa, forse la cosa che gli riesce meglio, durata circa un’ora. «Sono qui per difendere la working class, combattere la classe politica corrotta, proteggere il lavoro made in Usa, l’american dream sul profitto straniero», ha detto ricevendo moltissimi applausi.
Trump ha poi attaccato il presidente Joe Biden definito “il presidente più corrotto e incompetente della storia Usa“, di essere andato in un picchetto sindacale solo per “una photo opportunity“, “parlando per pochi secondi senza sapere cosa stava dicendo e dov’era“. E attaccandolo perché spinge sui veicoli elettrici, che cancelleranno “migliaia di posti di lavoro” e favoriranno la Cina, da cui la sua famiglia “ha ricevuto soldi“. Poi, parlando di se in terza persona, ha detto che invece “il presidente Trump ritiene che il futuro dell’auto sarà fatto dall’energia americana, sostenuta dai fornitori americani e costruita dalle mani sapienti degli americani e con alti salari“.
Intanto è andato in tv il secondo dibattito fra gli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca, disertato dall’ex presidente Usa. A puntare per primo il dito contro Trump, è Ron DeSantis, per anni ritenuto il delfino del tycoon. «Dovrebbe essere qui con noi, invece è missing in action», ha detto il governatore della Florida, accusandolo di aver aggiunto al debito 7800 miliardi e di aver così preparato il terreno all’inflazione di oggi.
L’ex governatore del New Jersey Chris Christie ha rincarato la dose, prima di Mike Pence e Nikki Haley. «Donald lo so che stai guardando, non puoi resistere. Hai paura di essere su questo palco a difendere i tuoi risultati», ha detto inventando per lui il nomignolo “Donald Duck“, ossia il poco coraggioso Paperino.
Ma lo staff di Trump non ha tardato a replicare. «Una barzelletta – l’ha definita Alayna Treene, una consigliera di Donald Trump. – Una intervista per essere il designated survivor», riferendosi al sopravvissuto designato tra i membri del governo per diventare presidente in caso di morte del capo dello stato e delle altre cariche destinate a sostituirlo in una situazione di emergenza.
FOTO: EPA/DAVID MAXWELL