
Pubblicata la Nota di aggiornamento al Documento economico finanziario. Il budget a disposizione è molto ristretto
Gli spazi finanziari in deficit sono pari a 23,5 miliardi in tre anni. Lo si legge nella relazione al Parlamento sulla Nadef. «Gli spazi finanziari che si rendono disponibili, quale differenza tra gli andamenti tendenziali e programmatici aggiornati, che includono anche la maggiore spesa per interessi passivi conseguente al maggior disavanzo – si rileva – sono pari a 3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024, e 4,6 miliardi nel 2025». «Nel 2026 il saldo obiettivo – si legge ancora – implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all’indebitamento netto tendenziale, che consente di riportare lo stesso al di sotto della soglia del 3%».
RESTA AGGIORNATO SULLA NADEF
«Dal 2027 l’autorizzazione all’indebitamento – si legge nella relazione alla Nadef – è destinata alla sola spesa per interessi passivi per un importo fino a 1.910 milioni di euro nel 2027, 2.040 milioni di euro nel 2028, 2.170 milioni di euro nel 2029, 2.310 milioni di euro nel 2030, 2.450 milioni di euro nel 2031, 2.600 milioni di euro nel 2032, 2.740 milioni di euro nel 2033, e 2.900 milioni di euro dal 2034».
«La revisione degli obiettivi programmatici di indebitamento netto previsti sono – prosegue la relazione alla Nadef – per un importo in termini percentuali di Pil pari allo 0,8% nel 2023, allo 0,6% nel 2024 e nel 2025, e allo 0,4% nel 2026. Il nuovo livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al Pil è pari a -5,3% nel 2023, -4,3% nel 2024, -3,6% nel 2025 e -2,9% nel 2026, a fronte di un andamento tendenziale del rapporto deficit-Pil stimato al -5,2% nel 2023, -3,6% nel 2024, -3,4% nel 2025 e -3,1% nel 2026″. I nuovi obiettivi programmatici “assicurano la progressiva riduzione dell’indebitamento netto strutturale, che è pari al -5,9% del Pil nel 2023, -4,8% nel 2024, -4,3% nel 2025, e -3,5% nel 2026. Il rapporto debito-Pil programmatico è pari al 140,2% nel 2023, 140,1% nel 2024, 139,9% nel 2025, e 139,6% nel 2026».
Inoltre, «nell’attuale fase di progressiva discesa e stabilizzazione dei prezzi dei beni energetici, iniziata dalla fine del 2022, le misure di sostegno saranno gradualmente ritirate entro il 2024, mantenendo una politica fiscale prudente, anche alla luce della disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità e Crescita prevista per la fine dell’anno in corso».
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