Se nell’assemblea del 28 ottobre la rosa di Delfin risulterà vincente, conquisterà cinque dei quindici consiglieri di cui si compone il cda
La lista che Delfin ha depositato per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Mediobanca è di 5 nomi. Con questa la holding della famiglia Del Vecchio sfiderà la lista del cda di Piazzetta Cuccia, con il quale non è riuscita a trovare un accordo per una rosa condivisa.
Come riferisce Ansa, Delfin schiera, nell’ordine, l’ex chief risk officer di Generali, Sandro Panizza, l’ex consigliera del Leone (nella foto) e professoressa di economia all’università Roma Tre, Sabrina Pucci, l’ad di Illy Caffé e consigliera di Essilux, Cristina Scocchia, l’ex segretario generale della Fondazione Crt, Massimo Lapucci, e il presidente di Covivio, Jean-Luc Biamonti.
Per il collegio sindacale la holding guidata da Francesco Milleri ha indicato come effettivi Mario Matteo Busso e Barbara Tadolini, presidenti del collego sindacale, rispettivamente, di Terna ed Enel, mentre candidato supplente è Angelo Rocco Bonissoni. Delfin non ha dunque abbracciato l’opzione dirompente di un ‘listone’ a sette che avrebbe rischiato di portare a un cda senza maggioranza, mettendo in allerta la Bce, ma neppure si è accontentata dei due posti che lo statuto di Mediobanca riserva alla lista di minoranza arrivata prima.
Così se nell’assemblea del 28 ottobre la rosa di Delfin risulterà vincente, conquisterà cinque dei quindici consiglieri di cui si compone il cda. Se invece a prevalere sarà la lista guidata dall’ad, Alberto Nagel, e dal presidente, Renato Pagliaro, in consiglio entreranno solo Panizza e Pucci, mentre dodici consiglieri saranno appannaggio della lista del cda. Un posto andrà, in ogni caso, ai fondi di Assogestioni, che con il 2% dei voti hanno diritto a un consigliere e dovrebbero riproporre Angela Gamba.
Chiuse le liste ora partirà la caccia al voto. L’affluenza potrebbe superare il 75%, con il fronte rappresentato da Delfin e dal gruppo Caltagirone che parte dal 30% e il management che può contare sul 10% del patto di consultazione, su alcuni voti amici fuori dal patto, come Unipol (2%), e sull’appoggio dei fondi, gratificati dai risultati e dalle cedole che Mediobanca ha sempre garantito. Importanti, come è stato nella battaglia su Generali, saranno le valutazioni dei proxy advisor attese attorno alla metà di ottobre.
Intanto Generali ha ufficializzato l’ingresso del cfo di Allianz, Giulio Terzariol, che occuperà la posizione di ceo Insurance, nuova casella nell’organigramma del Leone a cui faranno capo la responsabilità e il coordinamento di tutte le attività assicurative. Terzariol, che entrerà a far parte anche del group management committee, arriverà a Trieste nel gennaio 2024, a riporto diretto del ceo, Philippe Donnet.
Un innesto di peso, quello del numero due di Allianz, la più grande compagnia assicurativa continentale, che dimostra l’attrattività del Leone e che allarga con un nome quotato sul mercato la platea dei candidati interni alla poltrona di Donnet, in scadenza nel 2025.
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“La creazione della nuova divisione migliora ulteriormente il coordinamento, l’efficacia e l’allineamento strategico tra aree geografiche, snellendo e semplificando il modello organizzativo del gruppo e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del piano strategico”, ha sottolineato Generali.
A Terzariol, che sovrintenderà un settore puntellato dalle acquisizioni di Cattolica e Liberty Seguros, riporteranno i ceo di tutte le divisioni assicurative. Soddisfatto Donnet, secondo cui Generali continuerà a “rafforzare” la sua posizione nel business assicurativo grazie all’ “esperienza maturata da Giulio in posizioni di leadership in diversi paesi del mondo”. “È un momento eccellente per Generali, come dimostrato dal successo della nostra strategia, dalla forte posizione finanziaria e dalla crescita profittevole”.
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(foto IMAGOECONOMICA)