
Lo ha detto il Fondo Monetario Internazionale, aggiungendo che “il settore privato dovrà fornire circa l’80% degli investimenti richiesti, una percentuale che sale al 90% se si esclude la Cina”
Le economie emergenti e in via di sviluppo avranno bisogno di un sostanzioso aiuto dei privati per finanziare la transizione climatica. Lo scrive il Fondo monetario internazionale (Fmi), nel capitolo 3 del Global Financial Stability Report, appena pubblicato. Per raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni nette entro il 2050 serviranno investimenti “considerevoli” nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, che al momento sono responsabili dell’emissione di circa i due terzi di gas serra.
Questi Stati “avranno bisogno di circa 2.000 miliardi di dollari all’anno di investimenti entro il 2030 per raggiungere questo ambizioso obiettivo, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, con la maggior parte di questi fondi che finiranno nell’industria energetica. Si tratta di quintuplicare gli attuali 400 miliardi di investimenti climatici pianificati nei prossimi sette anni“.
La previsione dell’Fmi è che “la crescita degli investimenti pubblici sarà limitata e che sarà necessario un importante contributo del settore privato negli investimenti per il clima” in questi Paesi. “Il settore privato dovrà fornire circa l’80% degli investimenti richiesti, una percentuale che sale al 90% se si esclude la Cina”.
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