
Il ministro si è detto a favore del nucleare che deve far parte del mix energetico d’Italia
Nonostante alcune critiche, secondo il ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso le adesioni al progetto del carrello tricolore che permette alle famiglie di sfruttare prezzi bloccati, sarebbero state oltre 27mila in tutta Italia. «Innanzitutto il numero di coloro che vi hanno aderito, inizialmente lo avevano fatto soprattutto i supermercati, che sono peraltro quelli che ovviamente sono più interessanti per il consumatore. Ma ora sono giunti anche i dati degli esercenti e dei commercianti, le parafarmacie e siamo ben oltre le 27.000 adesioni» queste le dichiarazioni rilasciate a Sky Tg24.
Il ministro ha anche aggiunto «Cioè punti vendita distribuiti in maniera quasi uniforme su tutto il territorio, che hanno il carrello tricolore. Quindi i cittadini sanno dove potersi rifornire a un prezzo più contenuto di beni di primaria necessità, non soltanto alimentari ma anche beni di largo consumo, di igiene per la casa, igiene per la persona, prodotti per l’infanzia, i giocattoli – e siamo in prossimità delle festività natalizie».
Il ministro ha inoltre aggiunto, a proposito delle ultime dichiarazioni riguardanti il nucleare che secondo le sue prospettive questa forma di energia dovrà fare parte del nuovo mix energetico dell’Italia. Si tratta, secondo le sue dichiarazioni, di «una scelta largamente condivisa. Dei sondaggi ce lo dicono, soprattutto tra le nuove generazioni, che sono più consapevoli di noi, evidentemente».
«Noi consumiamo energia nucleare importata da altri Paesi, pensiamo alla Francia, ma non soltanto la Francia, che producono energia nucleare a poche decine di chilometri da Torino e a pochi chilometri da Trieste, la Slovenia. Cioè noi viviamo in un’Europa con le centrali nucleari, peraltro di vecchia generazione, di seconda generazione, che producono a poca distanza dei nostri confini, nella stessa nostra Europa. Quindi il fatto che Trieste abbia il nucleare qualche decina di chilometri a est o a ovest, che rifornisce le nostre imprese siderurgiche, non credo che cambi molto le cose. Energia in maniera continuativa per le imprese e per le famiglie. Io faccio soltanto una logica di buon senso – ha concluso il ministro – e il buon senso mi dice che una centrale nucleare a 10 km a est o a 10 km a ovest della città italiana non cambia nulla».
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