Le proposte risultano inadeguate. Gli attori puntano al 2% dei profitti di ogni film o serie tv trasmessa su una piattaforma di streaming, oltre alla percentuale dei diritti d’immagine
Ad Hollywood non si trova una quadra tra attori e produttori ed il dialogo salta dopo nemmeno due settimane da quando gli Studios e i lavoratori in sciopero dal 14 luglio sono tornati a sedersi gli uni di fronte agli altri per raggiungere un accordo sul nuovo contratto triennale degli interpreti impegnati nelle produzioni di cinema e tv.
«I negoziati tra Amptp (l’Alleanza che riunisce le case di produzione e tradizionali e i servizi di streaming) e Sag-Aftra (il sindacato degli attori) sono stati sospesi dopo che Sag-Aftra ci ha sottoposto la sua proposta l’11 ottobre – si legge in una nota. – Dopo significative conversazioni, ci risulta chiaro che la distanza tra Amptp e Sag-Aftra è incolmabile e il dialogo non è più produttivo. La proposta che ci hanno presentato includeva un bonus per le opere in streaming che, da solo, ci costerebbe più di 800 milioni di dollari l’anno: un onere economico insostenibile».
Gli attori puntano al 2% dei profitti di ogni film o serie tv trasmessa su una piattaforma di streaming, oltre alla percentuale dei diritti d’immagine. Gli sceneggiatori, si erano accontentati di meno e a fine settembre hanno posto fine allo sciopero. «Su aumenti salariali, diritti d’autore e bonus per lo streaming abbiamo offerto gli stessi termini che il sindacato dei registi (Dga) e quello degli sceneggiatori (Wga) hanno accettato. Eppure la Sag-Aftra ha rifiutato l’offerta», taglia i ponti il comunicato degli Studios.
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