
A un convegno della Luiss, il viceministro all’Economia ha anche spiegato le due opzioni per l’Ires nella legge delega
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo ha annunciato che «lunedì in Consiglio dei ministri portiamo il decreto sulla global minimum tax, con provvedimenti sulla fiscalità internazionale riguardanti la residenza di persone e imprese. Poi un altro decreto sull’Irpef, che toccherà l’accorpamento delle prime 2 aliquote, e sulla mini-Ires, mantenendo il regime esistente, con agevolazioni in caso di investimenti qualificati e assunzioni».
Lo ha detto a un convegno alla Luiss a Roma sul fisco, organizzato dal Sole 24 Ore, parlando di due decreti legislativi attuativi della delega fiscale in arrivo insieme alla manovra lunedì.
Leo ha spiegato che la legge delega sulla riforma fiscale prevede due opzioni per l’Ires: «La prima è ridurre le imposte sul reddito delle società, se il vantaggio fiscale è indirizzato sull’occupazione, in particolare di donne, giovani e soggetti che escono dal reddito di cittadinanza, o su investimenti qualificati. La seconda prevede di mantenere il sistema esistente, con un meccanismo agevolativo per gli investimenti e l’occupazione (il cosiddetto ‘superammortamento’, n.d.r.). La scelta del governo è di lavorare sulla seconda ipotesi, finché non sarà approvato alla Camera il disegno di legge sugli incentivi, presentato dal ministro Urso».
Leo ha spiegato che «prima della fine dell’anno, conto di portare un provvedimento in ogni Consiglio dei ministri. Dopo quelli di lunedì su fiscalità internazionale, Irpef e Ires, porterò lo statuto, poi gli adempimenti, poi ancora il concordato preventivo e la ‘cooperative compliance».
Per il viceministro, la norma sulla global minimum tax che andrà lunedi in Cdm «definirà meglio la residenza per le persone fisiche e le società, per semplificare il rientro del reddito delle società estere in Italia. Vogliamo che il nostro paese diventi attrattivo per gli imprenditori stranieri».
Quanto al concordato preventivo, ha aggiunto Leo, «non è un condono. Oggi il fisco ha tanti e tali elementi sul contribuente che può dirgli ‘questo è il tuo reddito. Se aderisci, stai tranquillo per due anni».
(foto ANSA)