
La bufera che ha investito alcuni calciatori azzurri ha fatto puntare i riflettori su un fenomeno tristemente diffuso. E in costante crescita
Nuovo choc nel calcio italiano, già alle prese con diverse criticità e appena ravvivato dall’annuncio della assegnazione degli Europei 2032. L’emergere dirompente in chiave azzurra dei primi effetti dell’inchiesta di Torino sulle scommesse illecite ha preso in contropiede l’ambiente, chiamato a reagire a problemi, dal gioco d’azzardo alla ludopatia, che richiedono strategie anche a lungo termine, come hanno annunciato il presidente federale, Gabriele Gravina, il n.1 della Lega serie A, Lorenzo Casini, e il ministro per lo Sport, Andrea Abodi.
«È evidente che la vicenda non era preventivabile e credo che abbiamo risposto con grande serietà e coerenza – ha detto Gravina, parlando per la prima volta di quanto avvenuto nel corso degli “Stati generali del Calcio italiano” -, rispetto per le situazioni, per i ragazzi e per la maglia azzurra», sottolineando la “forte lacerazione” subita, e la necessità dell’ambiente azzurro di ricompattarsi in vista dei prossimi impegni per la qualificazione a Euro 2024.
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Ma che dimensioni ha il fenomeno che ha coinvolto “la meglio gioventù” calcistica italiana? Il volume di denaro sul gioco d’azzardo legale in Italia (non solo sport, dunque, ma anche ad esempio giochi come poker e black jack) è salito dai 111,17 miliardi di euro registrati nel 2021 (+21% rispetto all’anno precedente) ai 135-140 miliardi di euro stimati per il 2022, con “previsioni ulteriori di salita”. E si fa riferimento solo alle scommesse legali.
Come spiega l’agenzia Dire, in questo contesto, sempre nel 2021 e sempre in Italia, la mole investita nelle scommesse sul calcio (serie A e ma anche minori) è aumentata di sei volte rispetto al 2006, e ha toccato gli 11,8 miliardi di euro. Il calcio (che a livello mondiale rappresenta il 73% dell’intera torta di scommesse sportive) genera un gettito erariale nel Belpaese di 303 milioni per le casse dello Stato. Il tennis, secondo sport nazionale, non supera i 61,4 milioni.
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Mentre infuriano le presunte rivelazioni di Fabrizio Corona è Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, l’associazione degli amministratori pubblici che promuovono la legalità, a fornire dati da leggere prendendo fiato. Romani è autore del libro “Calcio Criminale”, ed è stato audito stasera nel corso della commissione Antimafia-Sport al Comune di Milano.
Romani imputa questa impennata alle condizioni sociali in cui versa un’importante fetta di paese. «Quello che emerge – dice, riportato dall’agenzia Dire – è che c’è un’Italia dove la povertà e la disuguaglianza si stanno allargando, e ci sono persone che se non trovano risposte nelle istituzioni le cercano nel mondo illegale o nel mondo criminale». C’è poi un altro aspetto contingente, quello della patologia ludica: «Per uno dei calciatori indicato come probabile scommettitore sui giornali si parlava di dipendenza patologica, e questo – osserva – è un elemento che sento di rappresentarvi».
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Per circoscrivere ulteriormente il fenomeno riguardo al calcio d’elite, basti pensare che la sola serie A nel 2020-21, l’anno del covid, ha generato una raccolta di scommesse nel mondo pari a 38,8 miliardi di euro, mentre il calcio italiano incide per il 12% sul Pil del football business mondiale. «Si dice mondiale perché appunto non si gioca solo su rete fisica – spiega Romani – perché non mi interessa come mafioso controllare solo un bar, un corner o un punto scommesse, ma mi interessa aprire piattaforme online in paesi come Malta o dove è difficile trovare sponde sul lato dell’investigazione. Sarà interessante ora vedere con l’effetto Arabia come cambieranno questi dati».
(foto SHUTTERSTOCK)