
L’offerta, secondo quanto trapelato, dovrebbe essere sui 20 miliardi, risorse che Labriola intende usare integralmente per tagliare il debito del gruppo che a giugno si era attestato a 26,2 miliardi
C’è tempo fino alla mezzanotte di oggi, domenica, per l’offerta Kkr per Netco: 20 miliardi di euro. Al fianco del fondo statunitense scenderebbe in campo il governo italiano, con il ministero dell’Economia che entrerebbe in quota al 15% con un investimento fino a 2,5 miliardi di euro e il fondo F2i (il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali, con asset in gestione per oltre 7 miliardi di euro) di Renato Ravanelli.
Tim, conto alla rovescia per offerta Kkr. Ma cos’è Netco?
Sono dunque in arrivo quelle risorse che l’ad Pietro Labriola intende, come da piano, usare integralmente per tagliare il debito del gruppo che a giugno si era attestato a 26,2 miliardi.
La sostenibilità era una delle critiche portate all’operazione di Vivendi che ora aspetta di vedere nero su bianco l’offerta di Kkr per decidere le sue mosse.
Come riferisce Ansa, ci vorranno in realtà 9-12 mesi (in base alla tabella di marcia immaginata da Labriola e dal suo team) perchè quei soldi arrivino in cassa ma il margine di liquidità al 31 luglio risultava comunque pari a 9,3 miliardi di euro, sufficiente a coprire le scadenze del debito fino a tutto il 2025. Se si guarda più a breve termine da qui a fine 2024 le servono 4,9 miliardi: a fine dicembre scade un bond da 1,5 miliardi e a fine 2024 uno da 3,4 miliardi.
Va ricordato che a supporto della propria posizione di liquidità, il gruppo da inizio anno ha chiuso diverse iniziative di rifinanziamento, raccogliendo 3,3 miliardi di euro. In particolare, a gennaio è stato emesso un bond per 850 milioni di euro, ad aprile è stato riaperto il bond emesso a gennaio per 400 milioni e a maggio ha ottenuto il finanziamento Bei da 360 milioni di euro per lo sviluppo della rete 5G. Inoltre, a luglio è stato collocato un bond senior unsecured da 750 milioni di euro, a tasso fisso, con scadenza di 5 anni, offerto agli investitori istituzionali.
Oltreoceano anche Tim Brasil si è rifinanziata, con un bond non convertibile destinato ad investitori istituzionali per un importo pari a 5 miliardi di reais, equivalenti a circa 950 milioni di euro.
In ogni caso le “interlocuzioni” tra i vertici della società francese e il governo non mancano, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, dopo l’incontro del 5 ottobre, si è detto disponibile – “se necessaria” – a una nuova riunione con Vivendi ribadendo la necessità di trovare soluzioni che tutelino l’interesse strategico dell’infrastruttura senza danneggiare alcun azionista, incluso ovviamente i francesi.
(foto IMAGOECONOMICA)