
Il capo economista della Banca Centrale Europea è allineato con la presidente Lagarde: non solo sul mantenere i tassi attuali (4,5%), ma, se necessario, ad alzarli
Il capo economista Philip Lane (nella foto, a dx) ha detto in un’intervista che «alla Bce manterremo i tassi di interesse elevati tutto il tempo che sarà necessario». Ma se vi fossero «shock di inflazione sufficientemente ampi o sufficientemente persistenti, dovremo essere aperti a fare di più».
Al quotidiano olandese Financieele Dagblad, Lane ha sottolineato che al momento l’istituzione monetaria «ritiene che l’inflazione tornerà al 2% per il 2025. (Ma) solo quando saremo sufficientemente fiduciosi di raggiungere questo obiettivo potremmo normalizzare la policy».
E questo «è piuttosto distante da dove ci troviamo adesso. Personalmente avrò bisogno di più informazioni riguardo gli accordi salariali per il 2024 e dovremo aspettare fino alla primavera del prossimo anno prima che molti paesi diffondano queste informazioni», ha aggiunto, fornendo quindi una indicazione indiretta su quando tempo ci voglia prima che la Bce inizi ad ipotizzare un eventuale primo taglio dei tassi. «Ci vorrà del tempo – ribadisce Lane – prima che possiamo avere fiducia sul fatto che l’inflazione sia sulla strada per tornare al 2%».
Il capo economista è allineato, quindi, con la presidente Christine Lagarde (nella foto a sx), che, al meeting di Fmi e Banca Mondiale di Marrakech, aveva ribadito il suo mantra: «La nostra missione è riportare l’inflazione al 2% nel medio periodo e lo faremo e questa sta avvenendo. Terremo duro, saremo fermi e pronti a fare di più se necessario». Investitori, analisti, osservatori e il pubblico si aspettano, ha proseguito «risultati immediati in termini di come la politica monetaria possa agire, di come i mercati rispondono, circostanza che invece richiede sempre un elemento temporale e richiede pazienza».
Diversa l’opinione del presidente della Banca d’Italia Ignazio Visco che, al meeting, ha detto ai giornalisti che “è prematuro” pensare a un taglio dei tassi Bce ma: «siamo dipendenti dai dati, quindi se per caso effettivamente mese dopo mese una volta che finisce il base effect e non ci sono shock ulteriori e si osserva che stiamo andando dal 4% al 2% allora ci si pensa. Io non ci sarò, ma chi ci sarà farà le valutazioni» lasciando capire di non essere favorevole a ulteriori rialzi dei tassi.
(foto IMAGOECONOMICA)