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Cuzzilla: “Abbiamo costituito una specifica Commissione di manager con esperienze decennali nel settore siderurgico con l’intento di esprimere corrette valutazioni tecniche per assicurare una prospettiva di rilancio”
Il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla (nella foto) si è pronunciato sull’ex Ilva: «un nuovo partner industriale e investimenti adeguati: ecco quello che serve per salvare l’ex-Ilva dallo stallo a cui è stata ridotta. È sotto gli occhi di tutti che la mancanza di liquidità non consente nemmeno di garantire la regolare funzionalità degli impianti e la loro sicurezza».
Lo ha affermato il giorno successivo alla mobilitazione di piazza dei lavoratori del gruppo culminata nell’incontro a Palazzo Chigi. «Ieri il governo ha escluso l’ipotesi chiusura o liquidazione, ma per scongiurarla davvero bisogna avere un nuovo assetto industriale che consideri di sciogliere i patti stipulati con il socio privato ed accelerare l’avvio del nuovo piano industriale e lo sblocco degli stanziamenti – precisa Cuzzilla -. Solo riavviando gli investimenti per l’adeguamento degli impianti dell’area a caldo è possibile la risalita dei volumi di produzione, nel rispetto dei vincoli imposti dall’AIA e su questo Arcelor Mittal finora ha disatteso gli impegni».
«La conferma della gravità della situazione è stata chiaramente manifestata dallo stesso presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, che in audizione parlamentare ha denunciato il rischio imminente di interruzione della fornitura di gas a causa delle ristrettezze finanziarie della società, che non consentono di pagare i fornitori» ricorda il presidente di Federmanager, sottolineando che «se ciò si verificasse significherebbe proprio chiudere gli impianti».
«In questi anni abbiamo già offerto alle istituzioni il nostro contributo in termini di proposte e di soluzioni tecniche per la competitività delle principali unità produttive dell’ex Ilva, con particolare attenzione allo stabilimento tarantino», evidenzia Cuzzilla spiegando che «il piano per Taranto deve essere prioritariamente basato su un incremento delle produzioni degli impianti attuali, con la marcia continua di tre altiforni, che costituisce la condizione indispensabile per la sostenibilità economica, e la realizzazione di un impianto DRI a metano da 2,5 Mt/anno con relativo forno fusorio elettrico, come base del processo di innovazione e ambientalizzazione, fortemente richiesto dal territorio».
In vista di altri possibili incontri con il governo da qui al 7 novembre, il presidente di Federmanager apre alla collaborazione: «Abbiamo costituito una specifica Commissione di manager con esperienze decennali nel settore siderurgico con l’intento di esprimere corrette valutazioni tecniche per assicurare una prospettiva di rilancio. Le competenze dei nostri esperti sono a disposizione delle istituzioni».
(foto IMAGOECONOMICA)