Ad ottobre l’indice Pmi manifatturiero dell’eurozona si attesta a 43 punti, rispetto a 43,4 di settembre e 43,7 del consensus
Si rafforza in contrazione la manifattura in Eurozona. Il dato preliminare di ottobre si attesta a 43 punti, rispetto a 43,4 di settembre e 43,7 del consensus. Il Pmi servizi scende da 48,7 a 47,8 punti, contro i 48,6 delle stime degli analisti. L’indice composito invece si contrae da 47,2 a 46,4 punti, deludendo le aspettative di un rialzo a 47,4 punti. Tutti i dati sono ampiamente al di sotto della soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione (valori al di sotto) ed espansione (valori al di sopra).
Tra le singole economie risulta in calo la manifattura in Francia. La lettura preliminare di ottobre dell’indice Pmi manifatturiero registra infatti un valore di 42,6 punti, in peggioramento dai 44,2 di settembre e al di sotto dei 44,5 previsti dagli economisti. Il Pmi servizi aumenta invece a 46,1 punti, dai 44,4 del mese precedente, contro i 45 del consensus di Bloomberg. L’indice composito si attesta a 45,3 punti, al di sopra dei 44,1 di settembre e dei 44,6 stimati.
Stesso discorso per la Germania dove l’economia rimane in contrazione con un peggioramento dei servizi e una debolezza ancora marcata del manifatturiero, malgrado un lieve miglioramento. In particolare il PMI manifatturiero sale a 40,7 da 39,6 punti, contro un consensus di 40 punti Il Pmi servizi si attesta a 48 punti, rispetto a 50 stimati e 50,3 del mese precedente, mentre il composito scende a 45,8 punti dai 46,4 di settembre (consensus 46,6).
Insomma il quadro è piuttosto nero. «Nell’eurozona le cose stanno andando di male in peggio – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank. – Il settore manifatturiero è in crisi per il sedicesimo mese, quello dei servizi per il terzo, ed entrambi gli indici PMI principali hanno subìto un altro duro colpo. Con solo alcune eccezioni, tutti i sotto-indici hanno inoltre una tendenza sempre più al ribasso. In generale ciò è indicativo di un ennesimo debole trimestre. Dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa, non saremo quindi presi alla sprovvista nell’osservare una leggera recessione dell’eurozona durante la seconda metà di quest’anno».
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